Zalivani riapre, avrà 120 posti letto

Taglio del nastro alla casa di riposo. Favaro attacca: «Gobbo, troppa burocrazia»
TOME' TREVISO INAUGURAZIONE RESIDENZA ROSA ZALIVANI
TOME' TREVISO INAUGURAZIONE RESIDENZA ROSA ZALIVANI

Dopo tre anni di cantiere, 14,5 milioni di euro di spesa e lungaggini burocratiche a non finire, l’istituto “Rosa Zalivani” riapre. È stata inaugurata ieri, completamente rinnovata, la casa di riposo dell’Israa di viale IV Novembre di fronte a una folla di autorità, anziani e loro familiari. A tagliare il nastro, don Giovanni Foschin, ex parroco di Fiera, e l’ospite più anziana della struttura, Carlina Polon, che vanta ben 104 anni. I lavori sono stati affidati con gara europea alla Ati costituita da Steda spa e Guerrato spa. La superficie è di 16.450 metri quadri, quella dell’edificio di 9.254. Quattro i piani, per un totale di 120 posti letto tutti riservati a donne. Vi sono 18 stanze singole e 51 doppie. Vi sarà un nucleo per l’Alzheimer, uno per persone con problemi funzionali, uno per persone con gravi compromissioni sanitarie e un altro per l’assistenza di persone a letto in una situazione stabilizzata. Gli anziani, ospitati in questi tre anni in modo temporaneo al Menegazzi, al Garzoni e all’Umberto primo, ritorneranno allo Zalivani a gennaio. Commosso il presidente dell’Israa, Fausto Favaro, che nel suo discorso iniziale ha deciso, però, di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Abbiamo speso 14,5 milioni di euro tutti appartenenti ai nostri fondi», dice, «Nonostante i soldi però, è difficile difendersi dalla maledizione che è la burocrazia. Per la posa della prima pietra ci sono stati corsi e ricorsi, appena abbiamo cominciato a tagliare qualche ramo è nato subito un comitato per gli alberi, abbiamo perso mesi per la bonifica bellica, perché i marescialli di turno non hanno tempo di uscire, poi c’è stata la bonifica del terreno dal gasolio, che ha fatto lievitare la spesa a un milione di euro con un anno di ritardo. Vorrei proprio vedere se in altre parti della città non ci sono perdite del genere». L’elenco prosegue e provoca una reazione non proprio favorevole del sindaco Gian Paolo Gobbo che tira le orecchie a Favaro. «Fausto non sei un verginello», dice Gobbo, «Certo che ci sono intoppi, sappiamo come va. Alla fine si è riusciti ad aprire. Io avevo qualche dubbio che si potesse fare entro la fine dei nostri rispettivi mandati». Per il resto, Favaro incassa gli elogi delle autorità che sembrano una blindatura del suo rinnovo alla carica di presidente in scadenza a gennaio. «La Provincia non avrà grandi competenze», ironizza il presidente del Sant’Artemio, Leonardo Muraro, «Ma fra queste c’è la nomina del presidente dell’Israa…». Frase che scatena l’applauso spontaneo del pubblico. Il vescovo, Gianfranco Agostino Gardin, aggiunge: «Visitando queste strutture riscontro la dedizione del personale e la felicità degli ospiti. Cosa questa preziosissima. Gran parte dei meriti penso vadano al presidente». Presente alla cerimonia anche il consigliere regionale, Federico Caner, che ha rassicurato Favaro: «I soldi dei lasciti alle Ipab rimarranno a Treviso anche perché sono sempre stati gestiti bene».

Laura Canzian

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso