Al Ca’ Foncello la stanza dove il dolore sparisce: così la sedazione dei bimbi si fa leggera

Inaugurato il nuovo spazio nella Pediatria dell’ospedale di Treviso: investimento da 200 mila euro grazie alle donazioni. A promuovere il progetto è stata l’associazione Per mio figlio che ha curato anche la formazione del personale

Francesca Violi
La stanza dei sogni in Pediatria al Ca' Foncello
La stanza dei sogni in Pediatria al Ca' Foncello

Taglio del nastro in Pediatria al Ca’ Foncello per la “stanza dei sogni”, lo spazio a misura di bambino per la sedazione leggera durante le procedure dolorose. L’inaugurazione è avvenuta giovedì mattina, presenti il dirigente dell’Ulss 2 Francesco Benazzi (che ha ringraziato i primari Stefano Martellossi, Paola Lago e Paola Midrio), il sindaco Mario Conte e l’assessora regionale Manuela Lanzarin, il team di analgosedazione ma anche numerosi sostenitori del progetto.

L’investimento è stato di circa duecentomila euro, attrezzature, arredi, formazione del personale sono invece arrivati dai fondi raccolti dall’associazione “Per mio figlio”, promotrice del progetto. Con l’occasione si è anche festeggiato il rifacimento del giardino pensile dell’oasi pediatrica, costato quindicimila euro. «L’umanizzazione in ospedale è la cosa più bella che esista», ha detto il dg Benazzi, sottolineando l’importanza dell’umanizzazione del non essere «considerati dei numeri».

La stanza dei sogni accoglierà i pazienti pediatrici che hanno bisogno di sedazione leggera per una procedura medica dolorosa, come una frattura da ridurre, una ferita da suturare. Di norma queste vengono praticate in pronto soccorso, o in altri reparti e sale operatorie, anche se il paziente è un bambino: ma d’ora in poi i piccoli potranno essere trattati direttamente in pediatria, in una stanza attrezzata per l’analgosedazione e le emergenze, ma al contempo progettata per accogliere e rassicurare.

Il taglio del nastro
Il taglio del nastro

Stelle alle pareti, giochi, libri e video, anche proiettati sul soffitto, così che il bimbo disteso sul lettino possa distrarsi dal trattamento a cui è sottoposto. La stanza potrà essere usata anche come “emergency room” per i casi pediatrici urgenti che arrivano in pronto soccorso. Ma non è solo una questione di attrezzature: fondamentale è anche la formazione del personale del comparto alla miglior gestione del dolore. Circa duecento, si stima, le procedure che vi si svolgeranno il primo anno.

«Il bambino non deve uscire dalla stanza con il ricordo della paura e del dolore», dice la dottoressa Valentina Brugnolaro del team di analgosedazione, «Questo gli permette anche di approcciarsi alle procedure mediche successive in modo più sereno», cosa particolarmente preziosa in pazienti con malattie oncologiche o croniche.

La stanza dei sogni è frutto della collaborazione dell’Ulss 2 con l’onlus “Per mio figlio”, già storica promotrice dell’oasi pediatrica. Dice il presidente Andrea Rizzo: «Da tre anni inseguiamo questo progetto con la certezza che lo avremmo realizzato». Sia la stanza dei sogni che il restyling dell’oasi pediatrica siano stati sostenuti dalla generosa partecipazione di aziende, associazioni e cittadini. Migliaia di donatori, tra cui Unicredit con ben trentamila euro, ma anche i prezzi di favore offerti dai fornitori, e numerose iniziative di raccolta fondi: concerti, lotterie, eventi sportivi, tra cui una manifestazione di boxe organizzata dalla giovanissima trevigiana Nicole Sain, di soli tredici anni.

«Oltre ad avere degli ospedali efficienti, belli, accoglienti e che funzionano», ha osservato il sindaco Conte, «c’è anche una comunità che ha una sensibilità di un certo tipo e questo per me è motivo di un grande orgoglio». «A Treviso abbiamo un esempio al top», ha dichiarato l’assessore regionale Lanzarin, «che può essere replicato, lavorando con un approccio multidisciplinare e con lo straordinario apporto del terzo settore». 

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