Zaia: «una cucina vera che non c’è più»

Il presidente della Regione scosso dalla chiusura della Beccherie di Treviso. «Oggi purtroppo la cucina è spettacolarizzata, ma...»

La chiusura delle Beccherie, dove si inventò il tiramisù ma soprattutto dove pranzarono e cenarono tantissimi trevigiani e tantissimi nomi noti della storia e della cultura di Treviso è stata un terremoto che ha scosso non solo il centro storico di Treviso ma anche la Regione.

Rimasto a bocca aperta anche il presidente del Veneto Luca Zaia che ben conosce il locale all’ombra della torre civica e che nel dispiacere per la notizia non manca di tirare una stilettata alla cultura culinaria moderna. «Le Beccherie sono vittime di una serie di fattori, che certamente si ricollegano anche alla crisi economica, ma anche, a mio avviso, ad un certo appiattimento della cultura gastronomica mondiale, dove in cucina la voglia di spettacolo prevale sull'impegno a soddisfare al massimo livello la voglia di convivialità, o dove presunte esigenze nutrizionali puniscono gusti e sapori che esprimono la qualità del territorio e, con essi, quelle che sono vere e proprie espressioni di cultura e di civiltà».

Il suo sfogo in una nota ufficiale, seguita a una serie di telefonate del mattino, quando la notizia della chiusura del ristorante gestito da 76 ani dalla famiglia Campeol pubblicata in esclusiva dalla Tribuna di Treviso  ha fatto il giro della Marca . «E' una notizia che non avrei voluto leggere, che annuncia non solo la fine di un pezzo di storia di Treviso, ma che più in generale comunica la cancellazione di una pagina della cultura enogastronomica mondiale» ha concluso Zaia

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