Zaia: «Il futuro del Prosecco non sono i 22 trattamenti»

GODEGA. Allarme "schianto" per il prosecco. Lo ha lanciato, l’altra sera alla Fiera di Godega, il governatore Luca Zaia, davanti a 1500 coltivatori delle bollicine. «Il mio interesse è che questa regione non si schianti sul Prosecco. Non c’è scritto da nessuna parte che questo processo debba andare fino all’infinito – ha detto -. Dobbiamo però ragionare con una mentalità industriale». Che cosa significa? Zaia ha dettato tre condizioni: la stabilità del prezzo, la qualità del prodotto e la sostenibilità. Che significa, ad esempio: nessun vigneto vicino a scuole.
Sostenibilità
Zaia è stato severissimo. Durante il suo intervento, di neppure 10 minuti, ha guardato negli occhi i quattro presidenti dei Consorzi di Tutela - Giorgio Piazza (Pinot Grigio delle Venezie Doc e Vini Venezia), Innocente Nardi (Prosecco Superiore Docg Conegliano Valdobbiadene), Armando Serena (Prosecco Superiore Docg Asolo) e Stefano Zanette (Prosecco Doc). Riscontrando il loro assenso, il presidente ha insistito. Sul prezzo, anzitutto. «Se andiamo sul mercato a fare troppo gli arroganti e gli “splendidi” comprano altre “bollicine” - ha ammonito -. Se siamo convinti che ogni anno aumenti del 10% il valore dell’uva, stiamo sbagliando tutti i conti, lo dico soprattutto ai giovani e qui siete in tanti: i piani e i conti economici fateli molto al ribasso e in via prudenziale, prima di indebitarvi». I Consorzi hanno in mano un business da vera e propria industria, di 5-6 miliardi di euro.

Sbandamenti
«Quando si va sul mercato con 540 milioni di bottiglie, doc e docg, un piccolo sbandamento vuol dire un grande disastro», mette in guardia il presidente. «Oggi si fa squadra o va a finire male», ha aggiunto il governatore. Altra preoccupazione, la qualità, o meglio la difesa del prodotto. Abbiamo i riflettori del mondo intero puntati addosso – ha ricordato -, non è un caso che gli inglesi scrivano che il Prosecco fa marcire i denti, che il Prosecco fa danni ambientali, che sembra che dove si pianti una pianta di Prosecco vengano giù le alluvioni… . Questi sono piccoli segnali che ci dicono che saremo sempre di più sotto attacco». Dunque? Sostenibilità? Ecco il terzo punto. I Consorzi, chi più chi meno si sono già incamminati lungo questa strada.

Non vicino alle scuole
«So che il futuro del vino non è il futuro dei 22 trattamenti perché il mercato e i consumatori vanno in un’altra direzione: il consumatore ci vuole bene ma vuole vedere che si continua con questo sforzo. Guardate- ha ammonito - che questa è la vera sfida: vicino a una scuola abbiamo capito che il vigneto si fa fatica a piantarlo. Bisogna che ci sia il dialogo con la comunità, c’è una sensibilità, quindi bisogna che cominciamo ad autoregolamentarci». Ma come? Zaia non ha avuto dubbi nel sollecitare di guardare ai vigneti resistenti, come accade già in altri Paesi.
Vigneto resistente
«Il tema dei vigneti resistenti è uno dei temi che dovremo affrontare. Io spero che vengano autorizzati per i vigneti a denominazione. Accade già in altri Paesi, basta andare in Germania, in Spagna, in Francia. Il vigneto con una varietà resistente, che non è Ogm, prevede trattamenti zero o tendenti allo zero. Il che vuol dire dare tranquillità alla zona residenziale che si trova un vigneto a ridosso, mettere in piedi delle fasce tampone tra il vigneto tradizionale e le abitazioni, così avremo un processo dove si inquinerà di meno».

A questo punto il presidente ha ribadito che non autorizzerà nuovi impianti di glera e ha invitato gli operatori vitivinicoli a investire sull’esistente, sulla diversificazione e dunque sugli altri tipi di vitigni («noto che sui “rossi” sono anni che nessuno fa ragionamenti, ma se noi andiamo verso una monocoltura ci facciamo tanto male»), sulla riconversione a biologico, su progetti di rispetto ambientale, e ha infine auspicato una maggior collaborazione tra i consorzi di tutela. Anche l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, che ha ricordato l’investimento di 47 milioni di euro da parte della Regione sui progetti di filiera, ha battuto il tasto della sostenibilità: «Dobbiamo avere una visione strategica, dal momento che la filiera del Prosecco deve guidare anche le altre filiere. Sulla sostenibilità si gioca un ruolo importante – ha detto -: ci sono sempre più comitati di cittadini, di mamme, a difesa della vivibilità, dell’ambiente: voi operatori vitivinicoli avete una responsabilità in quello che fate nei vostri paesi, responsabilità verso i sindaci e verso i vostri concittadini.
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