Zaia e Gobbo per il sì del sindaco Serena

Cerimonia sobria, il primo cittadino e Silvia sono arrivati insieme a bordo di un’utilitaria, poi il pranzo a Ca’ Zenobio
Allegranzi Treviso Matrimonio Marco Serena Sindaco di Villorba
Allegranzi Treviso Matrimonio Marco Serena Sindaco di Villorba

TREVISO

Una cerimonia sobria, con pochi politici. Il sindaco di Villorba Marco Serena e Silvia Ciatto hanno pronunciato il fatidico sì ieri mattina nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Treviso. E che non sarebbe stato un matrimonio da paillettes e lustrini, ma una cerimonia semplice per pochi amici, lo si è capito fin dall’arrivo della coppia sul sagrato della chiesa. Sono arrivati insieme, con il sindaco Marco Serena al volante di una Volkswagen bianca, e i due figli Tito, 6 anni, e Viola 4 sui sedili posteriori. Nessuna scaramanzia sulla visione anticipata del vestito della sposa, nemmeno sul tradizionale ritardo, con lo sposo ad attendere trepidante davanti all’altare. Pochissimi i politici e le autorità. Tra i “vip” solo il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco di Treviso Gianpaolo Gobbo. C’era l’amico dai tempi del liceo e ora presidente del consiglio Loris Buso, c’erano i consiglieri di maggioranza Antonio Beraldo e Riccardo Gagno. E c’era il vicesindaco Giacinto Bonan. Nonostante ne fosse stata annunciata la presenza, Dino De Poli, presidente della Fondazione Cassamarca, non si è visto. Ma è probabile che abbia portato il proprio saluto durante il pranzo; anche in considerazione del fatto che la Fondazione ha concesso all’ex componente del consiglio d’amministrazione l’utilizzo di Ca’ Zenobio. La cerimonia è stata officiata da Don Luigi Bonetto, il parroco che, proprio in quella chiesa, ha battezzato anche i due figli della coppia. Ed è proprio questo il motivo per cui il sindaco ha deciso di sposarsi a Treviso. Ora Marco Serena si assenterà per una ventina di giorni dal comune per il viaggio di nozze. Ci sarà una tappa a New York, su richiesta esplicita del piccolo Tito che potrà così farsi qualche giorno col naso all’in sù, a giocare con i riflessi dei grattacieli, e, perchè no, a rincorrere scoiattoli a Central Park. Poi giù verso il Sudamerica.(f.cip)

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