Zac alle adoranti «Ora ho solo fame di futuro»

di Manuela Pivato
VENEZIA
L'attore che conta un milione e 600 mila follower su Twitter è un tipo smilzo, piccoletto e di empatia modesta. Veste come le sue guardie del corpo per confondersi meglio, teme la folla e, così come c'è, non c'è più. Zac Efron, prima star del festival capace di attirare al Lido sciami di adolescenti in amore, è innanzitutto un uomo in fuga. Scappa dal Lancia Café dell'Excelsior attraverso la porta di servizio, si barrica nell'ascensore del Palazzo del cinema e quindi schizza via in taxi verso l'hotel Cipriani lasciando sulla riva della darsena un nugolo di ragazzine semisvenute che, proprio poiché respinte, lo vogliono ancor di più.
Cos'abbia Zachary David Alexander Efron, Zac per tutti, classe 1987, lo racconta rapita Giorgia, 18 anni, arrivata con il primo treno da Milano e già in presidio sull'asfalto con panini, ombrelli e amiche per il red carpet della sera. «È bello, recita bene e non si è montato la testa» dice con lo slancio confuso che si offre a colui che tappezza le camere di tutte le ragazzine del mondo.
Di certo, Zac fa festival e ieri sera ha incendiato il tappeto rosso di "At any price" del regista Ramin Bahrani che quando l'ha visto l'ha scelto «in dieci secondi». Un po' Tom Cruise vent'anni fa, un po' ragazzo così carino che nel frattempo è diventato anche bravo, un po' divo che tiene le distanze dal resto degli umani perché, come sussurra chi gli sta accanto, «altrimenti s'innervosisce». Non lo vorremmo mai. Nessuno lo vorrebbe mai, men che meno il suo staff di trenta persone che lo procede, lo segue, lo circonda, lo protegge, lo consiglia e lo sostiene nei momenti difficili.
La mattinata di ieri, ad esempio, è stata duretta. Tre ore di conferenze stampa che l'attore americano diventato famoso per il ruolo di Troy Bolton di "High School Musical" ha rilasciato al Lancia Café. Solo concordate, solo al chiuso, senza fotografi, degnando appena il robusto buffetapparecchiato per lui. Poco dopo, in conferenza stampa, si concederà per il tanto che deve. «Ho fame di futuro» dice. «Potrei scegliere la strada più facile per fare denaro o posso scegliere quella più difficile dedicandomi a ruoli impegnativi. Di certo ho scelto la seconda. E di certo, se ne avrò la possibilità, comprerò una Ferrari. Per ora cerco solo di correre il più veloce possibile, anche senza Ferrari, via dai paparazzi» aggiunge. Sotto il Casinò tengono duro. In cinque riescono a portarsi a casa l'autografo che sembra la firma di Zorro. Dice Valentina, 17 anni: «Dormo con il suo pigiama, mi addormento sul suo cuscino, ora ho anche l'autografo. Cosa voglio di più dalla vita?». E twitta al mondo la sua apoteosi.
Per uno Zac che scappa, sbarcano al Lido Spike Lee, attesissimo per il suo "Bad 25" dedicato a Michael Jackson, Daniele Ciprì e ancora Toni Servillo Amos Gitai, Giuseppe Tornatore. Il principe Giovannelli annuncia che «Marta sta per arrivare». Marta è la Marzotto. Kasia la madrina ha i suoi problemi: deve ipotizzare un abito se piove e un alt. ro se il tempo tiene e coordinare i colori con quelli delle giurate. Il direttore della Mostra Alberto Barbera medita sulla serata che lo aspetta. Voleva un festival senza clamori e lo aspettano due red carpet impegnativi: prima quello di "Paradise: Faith" di Ulrich Seidl con la protagonista ch esublima la sua fede masturbandosi con un crocefisso e poi quell'altro con le frotte di ragazzine urlanti per Efron. Oggi il nuovo idolo di chi ha tra i 10 e i 18 anni riparte e, zac, si cambia. Arriva il cast di "The Master" di Paul Thomas Anderson, il film più atteso di Venezia69.
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