«Voglio fotografare la guerra»
Il trevigiano Caltana alla finale del “Reporter Day” per un progetto d’inchiesta
All’attivo ha un viaggio da Venezia a Pechino, un progetto fotografico alle Canarie e un'intuizione “da record” che lo ha portato a fotografare la scala aperta al pubblico più lunga del mondo sulle colline di Valstagna. Ha anche lavorato per il nostro giornale. Ora nel curriculum di Ciro Caltana, fotografo trevigiano classe 1983, va aggiunta la partecipazione alla finale del Reporter Day. Un'iniziativa promossa da “Gli occhi della Guerra”, un progetto di giornalismo senza censura, realizzato con il contributo dei lettori de “Il Giornale”. La sfida è tra 165 candidati, di cui 11 veneti, che domani si confronteranno a Milano sulla loro idea di reportage. In palio per i vincitori c’è la possibilità di effettuare un viaggio e dare vita a un progetto d'inchiesta.
«Nella mia mente c'è l'idea di realizzare un reportage in una zona di guerra per spiegare anche le attuali, enormi, migrazioni che coinvolgono l'Europa. Vorrei che fosse un modo per guardare nel passato e vedere cosa lasciano dietro di sé le guerre, quando non se ne parla più» spiega Caltana. Dal 2011 vive a Berlino, dove ha frequentato la “Neue Schule für Fotografie”, ma la passione per la fotografia è nata prima, quando era bambino e ricevette una macchina fotografica. Da quel momento non la abbandonò più.
«Sono un viaggiatore insaziabile e mi piace catturare sguardi, sensazioni, indagare come le persone vivono la loro esistenza, i momenti più belli e le paure più profonde» spiega Caltana. Alle Canarie ci è arrivato quasi per caso ed è con quel lavoro fotografico intitolato “Identity giving passion” che si è candidato al Reporter Day. Ottantatré foto per 7 soggetti. «Dentro ci sono i volti che ho incontrato, persone che fanno il loro lavoro per passione, perché è parte della loro eredità famigliare o perché credono in quello che fanno» spiega. E poi riprende le sue origini trevigiane, cita Bruno Ferrin, l'ideatore del luna park Ai Pioppi sul Montello.
«Non si può dire che faccia un lavoro, perché le sue visioni e le sue giostre vengono prima dell'incasso. Mi piace questo modo profondo di vedere la professione» aggiunge. Si considera un fotografo puro, Caltana, severo anche nel cercare una definizione di fotografia. «Vorrei esordire con una frase d'effetto, ma non ce l'ho. Mi cimento per capirlo, anche se alla fine credo sia una menzogna che richiede un'etica. Il mondo è pieno di fotografie un po' tagliate per dare un senso diverso alle cose, ritengo che ci sia un aspetto etico da tenere in considerazione. Cerco di rispettarlo» aggiunge Caltana. Alla fine l'idea di mettersi in movimento vince sempre. Progetti e aspirazioni che racconterà davanti a una giuria composta tra gli altri da Fausto Biloslavo, “decano” degli inviati di guerra. I vincitori saranno comunicati il 23 giugno alla Fabbrica del Vapore. Per conoscere da vicino le imprese fotografiche di Ciro Caltana www.ciro.caltana.net.
Valentina Calzavara
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video