Visite “hard”, medico a processo. «Ma la paziente era d’accordo»

Montebelluna, il ginecologo dell’Usl Accolla si difende in aula per la prima volta: «Nessun abuso». Ora non è più agli arresti domiciliari ma è interdetto dalla professione per un anno
Poloni Montebelluna ospedale reparto di ginecologia
Poloni Montebelluna ospedale reparto di ginecologia

MONTEBELLUNA. «Non ho assolutamente abusato della mia paziente. S’è trattato di un paio di visite ginecologiche un po’ spinte nelle quali lei era consenziente».

Per più di un’ora il dottor Francesco Accolla, il ginecologo dell’Usl 2 arrestato lo scorso marzo dai carabinieri dopo che una paziente trentenne lo aveva denunciato per violenza sessuale, s’è difeso davanti al giudice delle udienze preliminari Gianluigi Zulian.

Una difesa accorata durante la quale ha raccontato la propria verità, ribaltando le accuse della paziente che con la sua denuncia l’aveva fatto arrestare. Il medico, per la prima volta, s’è esposto alle domande delle parti in un’aula del tribunale di Treviso, da quando è stato arrestato, ed ha voluto così affrontare l’interrogatorio davanti al giudice delle udienze preliminari che ha aggiornato al prossimo 19 febbraio. Il suo legale, l’avvocato Luigi Fadalti, nel frattempo, è riuscito a fargli togliere gli arresti domiciliari ma Accolla, per il momento, è interdetto per un anno dall’esercizio della sua professione.

Due gli episodi che il sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà contesta ad Accolla, in merito alle visite del ginecologo dell’Usl 2 che si tennero nel reparto di ginecologia dell’ospedale di Montebelluna.

La prima avvenne il 3 gennaio scorso e la seconda, cinque giorni dopo, l’8 gennaio. La donna s’era rivolta all’Usl 2 per capire la causa di un suo personale malessere e chiese un appuntamento all’ospedale di Montebelluna. Cosa sia successo nel corso delle due visite, lo stabilirà il giudice Zulian.

Di certo, la denuncia che la paziente (assistita dall’avvocato Stefano Azzari) sporse contro il medico diede avviò ad una rapida indagine dei carabinieri di Montebelluna che portarono all’arresto del professionista.

A pesare sulla decisione del giudice di emettere nei confronti di Accolla la misura cautelare degli arresti domiciliari fu anche una precedente denuncia sporta a novembre 2018 da un’altra paziente, una ventenne che fu visitata all’ospedale “San Giacomo” di Castelfranco.

Durante la visita “in solitaria” il medico avrebbe importunato la paziente con palpeggiamenti nelle parti intime che nulla avevano a che vedere con la prestazione sanitaria. La giovane (tutelata dall’avvocato Simone Guglielmin) mise nero su bianco di essere stata toccata morbosamente durante una visita che era stata fissata con il professionista, non il suo ginecologo abituale ma un medico che le era stato consigliato per fare dei controlli dopo un’interruzione volontaria di gravidanza.

In realtà, l’incontro con il ginecologo si sarebbe trasformato in un incubo per la ragazza, vittima, a suo dire, di una serie di atteggiamenti ossessivi, attenzioni morbose e palpeggiamenti che non avevano niente a che vedere con la visita medica, generando nella donna un profondo senso di imbarazzo, disagio e paura.

Una volta superato lo shock iniziale, con il sostegno della famiglia, la giovane aveva deciso di denunciare il professionista. In quell’occasione, il ginecologo indagato non aveva subito né interdizioni dal continuare la propria professione né tanto meno misure cautelari. —

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