Vincitorio, nuova sfida: il latino a New York

La preside del Liceo Scientifico Da Vinci, Giuseppina Vincitorio, andrà in pensione, ma saranno molte le attività presso varie associazioni che continuerà,e riprenderà, a svolgere.
C’è un progetto interculturale tra la scuola americana e l’Italia.
«Per diversi anni, prima di diventare preside, sono stata all’estero: in Ecuador per un progetto universitario di cooperazione internazionale, poi 9 anni in Argentina e a New York tramite il consolato; mi occupavo dell’insegnamento della lingua italiana ai nostri emigrati. Oggi c’è una grande richiesta di recupero dell’ italiano e il latino a New York è la seconda lingua straniera nelle classi più élitarie. La politica italiana dovrebbe rinnovarsi anche in questo ambito, eliminando gli stereotipi sull’Italia che all’estero sono ancora forti (pizza, mafia, film neorealisti); servono rapporti costruttivi per far conoscere all’estero l’arte ed il modello culturale italiano. Occorre diffondere il nuovo volto dell’Italia, soprattutto tra i giovani che sempre più si spostano per studio e per lavoro. È in crescita il numero degli studenti che scelgono di frequentare un anno di liceo all’estero, solitamente il quarto: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, anche dopo la maturità c’è chi sceglie università all’estero, in particolare Inghilterra e Francia».
Come sono cambiati i ragazzi negli ultimi anni?
«Ho avuto modo di riscontrare soprattutto negli ultimi 3 anni grandi cambiamenti tra i ragazzi; hanno da un lato bisogno di grandi sfide, vogliono confrontarsi con offerte sempre più elevate e ambiziose, dall’altro vi è maggiore fragilità, somatizzano, faticano a relazionarsi scegliendo il web per superare le loro incertezze. Io credo che ciò sia legato alle nuove situazioni famigliari dove spesso manca un punto di riferimento, motivo di disorientamento. Mai come oggi vi è la necessità di figure autorevoli, mai autoritarie».
Qual è il suo parere sulla multimedialità nelle scuole?
«Il Da Vinci ha precorso di 5 anni questo processo attraverso il progetto Login/out che consente ai genitori di verificare le assenze, i risultati, la frequenza dei loro figli tramite password. Ultimamente si è fatta un po’ di confusione tra l’importanza di una didattica multimediale interattiva e uso di strumenti. Escludo a priori l’e-book a scuola, il libro va sfogliato, si deve creare una situazione interlocutoria con il libro e non si possono mai introdurre processi innovativi senza un percorso di formazione dei docenti».
Che previsioni ha per la scuola italiana?
«Bisogna rilanciare la scuola, metterla al centro di un processo innovativo, serve dare nuova dignità ai docenti che sono l’ultimo baluardo in una società disorientata, priva del rispetto delle istituzioni, la scuola dovrebbe essere il luogo dove tutto questo viene coltivato».
Lei ha dato tanto al liceo Scientifico ed è risaputo il clima di condivisione creato negli anni con genitori, insegnanti e studenti, un modello da seguire?
«La collaborazione con le famiglie è importantissima, nell’ultimo anno si è raggiunto tramite il comitato genitori un clima bellissimo, di proposte, comunicazione e ascolto. Una scuola di eccellenza è quando riesce a curare anche chi ha qualche difficoltà».
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