Villa Nenzi, l’accusa del sindacato: «L’hotel poteva essere salvato»

Ora i 18 lavoratori di Villa Nenzi Contarini non percepiranno più un euro. Ieri mattina la proprietà ha inviato loro una mail, specificando che da oggi è esaurito il pacchetto di cassa integrazione, e senza ulteriori provvedimenti da parte del governo non ci saranno altri sussidi.
«La proprietà ha anche riferito che lunedì avrà un incontro con Ascom e le parti sociali, ma nessuno ci ha convocato», dice Wilma Campaner, della Filcams Cgil. «I lavoratori sono stati completamente esclusi. Capisco le preoccupazioni sul futuro della struttura da parte della proprietà, ma i dipendenti devono essere coinvolti. Come dovevano essere coinvolte prima le parti sociali: si sarebbero potute cercare altre strade per tutelare i lavoratori e salvare l’albergo che si trova in un edificio storico e appetibile».
Il titolare Paolo Granzotto non ha però lasciato spiragli, ha definito la gestione dell’’hotel «non più sostenibile in queste condizioni», stante la crisi del turismo. Persa la stagione dei matrimoni, compromessa quella dei convegni, ancora bloccato il turismo dai Paesi extra Ue, gran parte delle fonti di incasso di Villa Nenzi Contarini si sono inaridite.
Un allarme che nelle prossime settimane rischia di allargarsi ulteriormente. «Siamo preoccupati per la situazione degli alberghi trevigiani», aggiunge Alberto Irone, segretario della Filcams Cgil. «In molti stanno andando verso la cessazione delle attività, e questo significa che i lavoratori non possono nemmeno godere degli ammortizzatori sociali ordinari. E perdono il posto di lavoro nonostante la moratoria sui licenziamenti. Stiamo parlando di centinaia e centinaia di posti di lavoro».
La sorte di Villa Nenzi Contarini è identica a quella di Ca’ del Galletto: in entrambi i casi le proprietà hanno optato per la cessazione dell’attività. «Ora serve un intervento da parte del governo che possa garantire ammortizzatori sociali ulteriori per queste aziende, in chiara difficoltà per l’effettiva mancanza di lavoro. E attenzione, un patrimonio importante come quello degli hotel trevigiani», conclude Irone, «rischia di diventare preda della speculazione e della criminalità». —
Federico cipolla
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