«Villa Gera luogo di confronto per la città così voleva il nostro avo Bartolomeo»

Parla Elena Sinopoli Gera Minucci che con il fratello Nicola ha deciso di aprire agli eventi pubblici e ai visitatori 

la scelta

Una volta si chiamavano nobili illuminati. Si impegnavano per il bene comune. Mettevano la ricchezza a disposizione degli altri. Così è nata villa Gera 1827, così rinasce oggi, nel 250° anniversario della nascita di Bartolomeo Gera che la commissionò. In Elena e Nicola Sinopoli Gera Minucci è ancora forte l’ardore, il moto di spirito che guidò il loro antenato. Hanno ben chiaro che un bene come questo non può restare privato, deve essere pubblico. Venerdì sera i due proprietari hanno aperto le porte di “casa loro”, per una serata inaugurale della “nuova” vita di un edificio che è uno dei simboli più belli di Conegliano. «Bartolomeo Gera, sceso dal Comelico superiore prima a Campea di Miane e poi a Conegliano, ebbe l’idea di costruire qualcosa per dare alla città un orgoglio nuovo dopo la dominazione austriaca, quella napoleonica e ancora quella austriaca», commenta Elena Sinopoli. «Bartolomeo non era sposato, quindi non doveva trasferirsi con la famiglia. Decise di costruire una villa che fosse un cenacolo di amici, un ritrovo, un luogo ideale per intavolare discussioni e argomenti importanti per la città». Un’eredità importante, non solo per la bellezza e la storia della villa. Adagiata sulla collina del castello, la villa, progettata da Giuseppe Jappelli, presenta una facciata neoclassica a 8 colonne ioniche sormontate da un maestoso timpano, le cui sculture, raffiguranti l’Architettura che ospita le Arti Sorelle, sono opera di Marco Casagrande. L’ampio salone al piano nobile fu affrescato nel 1837 da Giovanni Antonio De Min che, contravvenendo a tutti gli accordi presi, decise di rappresentare emblematiche scene tratte dal “De bello gallico” e da altri episodi della vita di Giulio Cesare, che ritraggono la tumultuosa storia degli Elvezi, con evidenti riferimenti alla dominazione asburgica nel Lombardo Veneto.

«Negli anni Sessanta abbiamo deciso, con grande impegno anche economico, di rimettere a posto la villa», aggiunge sempre Sinopoli, «ci abbiamo vissuto, ora non più. E così, proprio in occasione del 250° anniversario della nascita di Bartolomeo, mi è nata la voglia, il desiderio di restituirla alla città. Non ci sono ancora programmi precisi, ma la volontà è quella di aprirla al pubblico. Ovviamente in accordo con il Comune. Del resto questo è stato l’intento di colui che la volle costruire. La condivisione con i cittadini coneglianesi».

Elena e Nicola sono figli del generale Guido Sinopoli e di Giulia Gera Minucci, una delle sei figlie dell’ultimo Bartolomeo Gera, che presero “residenza” nella tenuta dopo il 1951. Dopo ristrutturazione e “presa residenza”, ora un “regalo” alla comunità. Fin ad ora non era mai stata aperta al pubblico, ora invece i fratelli Sinipoli Gera Minucci hanno scelto di aprire le porte della villa, non solo per eventi privati (cene, anniversari, matrimoni, servizi fotografici) e per eventi pubblico, ma anche per coloro che volessero conoscere la storia di questa residenza che è parte integrante di quella della città (poggia sulle antiche fortificazioni del complesso medievale del castello con il suo zoccolo bugnato e le cinque arcate aperte verso valle). Sono infatti possibili visite guidate per gruppi su appuntamento (per informazioni chiamare il numero 348 37 23 345). —

Salima Barzanti

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