Villa Franchetti di Preganziol in vendita: sarà una multiproprietà

Provincia e Fondazione Cassamarca puntano a incassare 12 milioni di euro. Bando aperto a enti pubblici, privati, associazioni. Ca’ Foscari ci porterà i master
Villa Franchetti a San Trovaso di Preganziol, lungo il Terraglio: una culla di storia, arte e cultura
Villa Franchetti a San Trovaso di Preganziol, lungo il Terraglio: una culla di storia, arte e cultura

TREVISO. Villa Franchetti è in vendita. Ma non per trovare un nuovo proprietario. Obiettivo è il suo acquisto a quote da parte di enti, privati, associazioni aziende, mecenati. Sulla base di un valore complessivo fra i 12 e i 13 milioni.

Multiproprietà simil villaggio vacanze? Piuttosto un “azionariato popolare”: le quote del gioiello lungo il Terraglio garantiranno risorse per la conservazione del complesso, e dall’altro rilanceranno la valorizzazione di villa e parco, imperniata su eventi, manifestazioni, convegni, feste o altri utilizzi graditi e voluti dai detentori delle quote. Provincia e Fondazione Cassamarca aprono ovviamente la lista dei quotisti.

La storica svolta disegna nuovi orizzonti anche sul terreno della finanza locale. Nasce dall’accordo strategico tra Provincia, proprietario della villa, e Fondazione Cassamarca, concessionaria dopo gli sviluppi del maxi-risiko immobiliare stipulato nel 1998 da De Poli, Gentilini e Zaia. Alla base, un’idea di Luigi Garofalo, presidente di Fondazione, che ha trovato in Stefano Marcon, presidente dell’ente di Sant’Artemio, immediato e convinto sostegno.

La Provincia varerà il bando per le manifestazioni di interesse per le “quote”, aperto a enti pubblici e privati.

L’intesa Provincia-Fondazione vuol assicurare la miglior valorizzazione possibile di un bene conservato e manutenuto, conferendo all’assemblea degli acquirenti “quotisti” la gestione del calendario di utilizzo. Gli introiti delle quote assicureranno i fondi per la prima manutenzione, subito disponibili per una manutenzione ordinaria e straordinaria sollecitata più volte anche dalla Soprintendenza. Risorse impensabili oggi per la Provincia, così come per Fondazione, che deve tagliare sulle spese, per ripianare il suo passivo.

«È un accordo storico», commenta Marcon, «che garantirà la manutenzione di questo patrimonio storico trevigiano, difficile ora per una Provincia che fa fronte alle necessità di un bilancio sempre più risicato. Sono certo che così potremo garantire il miglior utilizzo possibile della villa, mantenendone fruibilità pubblica e manutenzione, Noi e Fondazione ci siamo, la certezza è che altri possano esserci con la nostra stessa convinzione».

«Un’intesa davvero innovativa», rilancia Garofalo, «consente una piena collaborazione tra pubblico e privato che può garantire la miglior fruizione da parte della collettività di un compendio immobiliare dal cospicuo valore storico e artistico. Auspico il massimo interesse di soggetti pubblici e privati, dagli enti territoriali alle università venete».

Un riferimento non casuale, Si parla di uno sbarco di Ca’ Foscari – master e corsi posti laurea di altissima specializzazione – un ritorno alla vocazione universitaria: correvano gli anni 70, quando lo Iuav portava in villa i propri corso di Urbanistica, con relativi interventi di cui restano vistose tracce.

La villa risale a fine 600, eretta dalla famiglia Albrizzi, dinasty del tessile. Lì Foscolo visse l’appassionata storia d’amore con Isabella Teotochi Albrizzi. E i suoi saloni ospitarono Goethe, Canova, Pindemonte e Monti. E come dimenticare Raimondo Franchetti, esploratore, o il mecenate dell’arte Giorgio Franchetti, che donò la Ca’ d’Oro di famiglia al comune di Venezia?—



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