Vigneti, al Tar la guerra delle distanze

Il Comune di Pieve di Soligo difende il limite dei 50 metri in tribunale, contro associazioni di categoria e aziende private

PIEVE DI SOLIGO. Distanze dei vigneti da strade, case e scuole: la battaglia si sposta davanti al tribunale amministrativo regionale. Da una parte il Comune di Pieve di Soligo, che vuole limiti più rigorosi, dall’altra le associazioni di categoria e alcune aziende private, che contestano i nuovi vincoli. L'avvocato Rossella Tramet, responsabile dell’avvocatura civica di Pieve di Soligo, è stata incaricata dall'amministrazione comunale di costituirsi in giudizio contro il ricorso presentato al Tar del Veneto da Confagricoltura, Cia, Federazione Coldiretti, dai privati Luca Ricci, Silvia e Francesco Fiorin, dalle società agricole Bernardi e Spagnol. Le associazioni di categoria e i privati cittadini, rappresentati dall'avvocato Pellegrini dello Studio Barel, hanno impugnato, chiedendone l’annullamento, la delibera comunale del giugno 2017, in cui è stata approvata la variante 12 al Piano degli Interventi. Una variante che prevede norme molto più restrittive in materia di nuovi impianti o reimpianti di vigneti e coltivazioni monocolturali. Una decisione coraggiosa, quella portata avanti dalla giunta pievigina con a capo il sindaco Stefano Soldan, primo Comune fra quelli compresi nell'area Docg del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ad adottare misure limitative di questa entità. Le nuove norme impongono infatti, per la tuteal della salute e del quieto vivere, una distanza minima di 50 metri dei filari (25 metri nel caso di colture biologiche) da abitazioni e punti sensibili quali scuole e parchi. Distanze che possono diminuire fino a 30 metri nel caso vi siano siepi, o altre barriere naturali, che aiutino a ridurre la propagazione dei prodotti utilizzati nei trattamenti dei vitigni, da sempre nell'occhio del ciclone mediatico: di pochi giorni fa è la polemica nata a San Pietro di Feletto per i trattamenti effettuati da un contadino, che per il cosiddetto fenomeno della "deriva" (ovvero la nuvola di fumo che l'atomizzatore crea e che viene trasportata in modo incontrollabile dal vento), ha involontariamente irrorato la vicina pista ciclabile. Una scelta che a Pieve ha fatto torcere il naso ad alcune aziende. Si preannuncia così una battaglia legale, a pochi giorni dalla seconda marcia "Stop Pesticidi" di Cison di Valmarino, che si svolgerà domenica 13. Il dibattito rimane acceso, tra chi ritiene il problema dell'utilizzo di prodotti fitosanitari, anche dopo le recenti norme adottate dal Consorzio Docg, “allarmismo preventivo” e chi difende a spada tratta la necessità di un regolamento che tuteli appieno la salute comune, sostenendo che non si stia ancora facendo abbastanza.

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