Via i vigneti vicino al Lierza

Pieve, il Comune ordina a 4 agricoltori di togliere le piante di Prosecco nei pressi dei torrenti

Guerra ai vigneti vicini ai torrenti: il Comune di Pieve ordina a quattro agricoltori di rimuovere le piante di Prosecco. Un’offensiva iniziata con la precedente amministrazione, che introdusse le “buffer zone” (fasce di rispetto vicino agli argini dei fiumi), ed entrata nel vivo con la giunta attuale, che a colpi di ordinanze prova a mettere ordine nelle piantumazioni “selvagge” di Prosecco. A far scalpore, in particolare, è un vigneto piantato a pochi metri dal torrente Lierza, lo stesso che esondò il 2 agosto scorso causando la tragedia del Molinetto, e il cui corso è soggetto a piene improvvise e potenzialmente devastanti. Anche negli altri casi, piante più distanti dall’acqua per non ostruire il corso dei fiumi (anche con i residui dell’attività agricola, come tralci e foglie).

«Queste ordinanze derivano dal Piano degli interventi approvato nella scorsa amministrazione», spiega l’assessore e geologo Giuseppe Negri, «in cui si parla di fasce di rispetto vicino ai corsi d’acqua. Quei vigneti sono stati piantumati dopo l’istituzione delle “buffer zone”, probabilmente molti agricoltori non sapevano nemmeno di questo nuovo divieto. Alla fine di luglio avevo organizzato un incontro per spiegare la normativa: bisogna mettere un punto fermo, e istruire da zero gli agricoltori». Il vigneto vicino al Lierza, che occupa un’area esondabile (che potrebbe quindi fungere da “sfogo” in caso di piene) è in via Toti dal Monte, al confine tra Pieve e Refrontolo. Il Comune, dopo un sopralluogo e vari confronti con il titolare, ha imposto a quest’ultimo di rimuovere i filari che ricadono all’interno della fascia di protezione idraulica, il tutto entro 60 giorni, a proprie spese, e anticipando una domanda di sanatoria per la rimanente parte di vigneto.

Le stesse motivazioni hanno portato allo stop di un vigneto in via Refrontolo, troppo vicino al torrente Ruio Guizza: le viti, in questo caso, non c’erano ancora, ma i lavori di movimentazione del terreno erano già ben avviati. Gli altri due agricoltori fermati dal Comune avevano a loro volta un appezzamento troppo vicino al Ruio Guizza, in via Toti dal Monte, sempre a Pieve. Loro avevano già piantumato le viti: dovranno rimuoverle a proprie spese. A giugno era già finito in Procura un altro vigneto, stavolta su una collina di Solighetto, in via Peron: 4 mila metri quadrati di opere eseguite in assenza di qualsiasi titolo abilitativo, distruggendo un bosco preesistente. Mentre negli ultimi mesi della giunta di Fabio Sforza erano stati rimossi i filari vicino alla scuola di Solighetto, e quelli sulla riva del Soligo, lungo la “Via dei Troi”. La nuova normativa pone paletti molto rigidi per i vigneti vicini ai corsi d’acqua: «Viene istituita una fascia di terreno di trenta metri dall’unghia esterna dell'argine principale dei corsi d’acqua, ovvero dalla proprietà demaniale degli stessi, da mettere a riposo con funzioni di tampone sugli inquinanti trasportati dai deflussi di origine agricola».

Nelle “buffer zone”, inoltre, sono vietate «pratiche colturali impattanti per l’ambiente quali vigneti, frutteti, monocolture ed altre colture con l’apporto di trattamenti e sostanze ammendanti con prodotti di sintesi». La normativa, per ora, non tocca i vigneti già piantumati all’interno della buffer zone, se installati prima che queste venissero istituite con il Pat. La maggiore attenzione ai corsi d’acqua si sposa con le notizie arrivate dalla Regione, che ha messo a disposizione 3 milioni per lavori di pulizia degli argini dei torrenti.

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