Veneto Banca è nelle mani di Atlante

Valore delle azioni tra 0,10 e 0,50 centesimi, l’iniezione da un miliardo sarà del fondo
Borghesi Montebelluna protesta davanti sede Veneto Banca
Borghesi Montebelluna protesta davanti sede Veneto Banca
TREVISO. Veneto Banca inghiottita dal fondo Atlante a un prezzo stracciato: forchetta fissata tra dieci e cinquanta centesimi. È questo il destino di Montebelluna. Stesso film visto a Vicenza: il Veneto vede così azzerate e accomunate in un unico destino - drammatico, per gli azionisti - le due ex popolari.
 
Il consiglio di amministrazione convocato alle 15 si è concluso in nottata. Le indicazioni che emergono sono due: il valore delle azioni fissato per l’aumento di capitale sarà tra i dieci e i cinquanta centesimi di euro, e a sottoscrivere la quasi totalità di quell’iniezione da un miliardo sarà il fondo salva-banche. La fase di pre-marketing, giro delle sette chiese finanziarie per capire chi fosse disposto a credere (e investire) in Veneto Banca, è stata un fallimento. Secondo fonti citate dall’agenzia di stampa Reuters, è attesa proprio in queste ore la firma del contratto di sub-underwriting fra Atlante e il consorzio di garanzia dell’aumento di capitale da un miliardo. Anche la quotazione in Borsa, a queste condizioni, salterebbe.
 
Veneto Banca a prezzo stracciato: azioni sotto i 50 centesimi
Borghesi Montebelluna protesta davanti sede Veneto Banca
 
UN'ALTRA VICENZA. Un’altra Vicenza, insomma, nonostante per settimane a Montebelluna - e in assemblea a Marghera - si fosse rimarcata una presunta differenza sostanziale. Ma questa presa di distanze si è dimostrata effimera, inesistente: la fine, ora, è la stessa. Su Veneto Banca «c’è un interesse praticamente nullo da parte del mercato», ha detto ieri una delle fonti citate dall’agenzia Reuters. Atlante, secondo le informazioni, «intende avere una partecipazione di riferimento in modo da poter operare una profonda ristrutturazione della banca. Resta l’incognita degli imprenditori veneti che hanno mostrato disponibilità a sottoscrivere l’aumento per una quota attorno al 15% dell’offerta. Al momento non è chiaro se l’effettiva domanda da parte di questo gruppo sarà sufficiente a costituire un flottante ritenuto adeguato da Borsa Italiana».
 
«UNO SCANDALO»: «Uno scandalo»: è lapidario Loris Tosi, consigliere dell’associazione “Per Veneto Banca”. «Tra tutti i prezzi possibili, lo stesso di Vicenza? Tutti hanno sempre detto che Montebelluna era diversa per una serie di ragioni, ora io traggo le mie conclusioni. Possibile che queste due banche non valgano nulla? Tutto è iniziato perché le azioni non erano negoziabili, ora siamo allo stesso punto: se non si va in Borsa, non saranno negoziabili neppure adesso. E intanto abbiamo bruciato undici miliardi di capitalizzazione». Azioni a prezzo di saldo: positivo perché è un incentivo all’acquisto o segnale di resa, di svendita? «Dipende», dice Bruno Zago, imprenditore e socio storico, nonché pesante, «Ora decideremo cosa fare. Abbiamo chiesto alla banca qualche settimana in più per la sottoscrizione (dovrebbe essere aperto dal 6 al 20 giugno, ndr) e meccanismi di incentivazione per i soci storici, per esempio un’azione bonus ogni dieci, non sarebbe la prima volta. E mi sembrerebbe giusto farlo».
 

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