Velodromo, Federciclo chiude il cantiere di Spresiano

SPRESIANO. Chiude il cantiere del velodromo di Lovadina. La Federazione ciclistica aveva già deciso ieri di metterlo nero su bianco e aveva pronta una lettera da inviare alla Presidenza del Consiglio, ma la missiva si è rivelata inutile, in quanto la società concessionaria “Velodromo srl” (creata ad hoc da Pessina, l’azienda milanese vincitrice del bando federale) ha assicurato la presenza all'ingresso di guardie giurate.
Presenza fondamentale per ragioni di sicurezza e provvedimento che certifica di fatto lo stop ai lavori.
Complice il conclamato ritardo (sette mesi già accumulati), il Rup Maria Cristina Gabriotti, segretario generale Fci, aveva inviato solleciti nelle scorse settimane alla “Velodromo srl”, senza ottenere però risposta.
Il termine era fissato per il 1° agosto e, considerato che buona parte dei contratti in essere scadevano ieri (senza contare che qualche ditta in subappalto, avanzando soldi, se n’era già andata via), la Federciclo ha ritenuto di mettere i lucchetti al cantiere.
Aveva già fatto stilare al suo studio legale una missiva, salvo poi ricevere comunicazione dalla “Velodromo” della presenza di un servizio di guardiania.
La situazione è precipitata negli ultimi mesi: la Pessina Costruzioni ha presentato richiesta di concordato preventivo in bianco al Tribunale di Milano mercoledì 24 luglio e, nel frattempo, sono stati già nominati commissari Alfredo Haupt e l’avvocato Paola Pagini.
In parallelo, la palla è passata alla Presidenza del Consiglio, in ragione dell’accordo di programma che prevede l’utilizzo di fondi pubblici - 27 milioni di euro risalenti alla Finanziaria 2017 - per la realizzazione del primo velodromo coperto italiano capace di ospitare grandi eventi. Una missiva era stata infatti già indirizzata dal Rup a Palazzo Chigi la settimana scorsa, contestualmente al deposito della richiesta di concordato da parte del costruttore.
Spetterà al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, braccio destro del vicepremier Matteo Salvini, sbrogliare la matassa: fra le ipotesi sul tavolo, c’è lanche, in ultima analisi, a stesura di un nuovo bando federale finalizzato alla prosecuzione dell’opera.
«Di certo, Giorgetti e il governatore Zaia sapranno trovare una soluzione», commentano con fiducia in Federazione.
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, occorre rimarcare come il contratto sottoscritto da Pessina imponesse il termine dei 18 mesi per la consegna dei lavori, tanto che era stata ventilata già per luglio - cosa non più avvenuta - la realizzazione della copertura: la suggestione, evidenziata alla posa della prima pietra del settembre 2018, era di poter completare il tondino in tempo utile per consentire alle nostre Nazionali di rifinire la preparazione per le Olimpiadi di Tokyo.
Senza scordare che si era persino prospettata la possibilità di presentare nel nuovo velodromo tutte le squadre azzurre del ciclismo - includendo strada e fuoristrada - selezionate per la rassegna a cinque cerchi. Ora gli auspici si sono però trasformati in punti interrogativi. Complice anche il periodo di ferie, diventa difficile capire, quando si potrà far luce sulla vicenda.
Quel che si può intuire è che, accanto all’emissione di un nuovo bando, trovano spazio altri due scenari: la Presidenza del Consiglio avoca a sé l’opera o la "Velodromo srl"- previo via libera al concordato richiesto dalla casa madre Pessina - prosegue nei lavori.
I prossimi mesi daranno forse una risposta in merito, nell’attesa la pista azzurra, costretta in inverno a peregrinare fra Svizzera e Belgio, dovrebbe riabbracciare in ottobre il velodromo di Montichiari, oggetto negli ultimi mesi di lavori di ristrutturazione.
L’impianto bresciano, più piccolo come capienza, era stato concepito anzitutto per gli allenamenti delle nostre Nazionali. Motivo per cui si era dato il “la” all’operazione-Spresiano, al primo velodromo italiano in grado di ospitare un Mondiale - fra i paletti del contratto firmato da Pessina c’è pure la candidatura per una rassegna iridata - e, potenzialmente, un’Olimpiade.
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