Vazzola, costi troppo alti: l’asilo parrocchiale passa al Comune
Comune e Chiesa hanno concordato il cambiamento per garantire la sopravvivenza della storica scuola dell’infanzia

Il Comune di Vazzola salva l'asilo parrocchiale. Dopo 122 anni di storia religiosa, la scuola dell'infanzia Maria Bambina diventerà comunale. Il passaggio definitivo avverrà nell'anno scolastico 2026 -2027.
Ma giovedì scorso, 17 luglio, il consiglio pastorale e affari economici della parrocchia ha ufficializzato il cambiamento. Per una questione di sopravvivenza e bilanci economici, il cambiamento era necessario.
Dal 1903
Era un altro mondo, quando nel 1903 le suore della congregazione della Carità di Maria Bambina avviarono il primo asilo della parrocchia di Vazzola. Generazioni di piccoli sono cresciuti lì. L'asilo, ora scuola dell'infanzia, è stati un punto di riferimento non solo per la comunità, ma per l'intero paese.
Bimbi però ora ne nascono pochi, molti poi sono immigrati e tanti non frequentano l'istituto cattolico. Così, segno dei tempi, la struttura diventerà da privata a pubblica. Già lo scorso anno il sindaco Alessandro Brait e la sua amministrazione si erano offerti di dare un aiuto, perché l'asilo continuasse attraverso una gestione statale. Sono seguiti una ventina di incontri e nei giorni scorsi è arrivato il voto tanto atteso: con 12 voti favorevoli e 2 contrari, la parrocchia ha deciso così.
La scelta del consiglio pastorale
«Il Consiglio pastorale e il Consiglio affari economici riuniti di Vazzola – ha fatto sapere don Alberto Basso negli avvisi di domenica - dopo un lungo percorso di discernimento, hanno deciso di accogliere favorevolmente la proposta del sindaco che prevede di transitare la scuola dell’infanzia da una gestione parrocchiale ad una gestione statale. Il cambio di gestione non riguarderà il prossimo anno scolastico 2025 - 2026 ma quello successivo 2026 -2027. Terminerà così un servizio parrocchiale che dura da 122 anni. La Chiesa in ogni epoca ha saputo organizzare opere di carità, scuole, ospedali. Poi, via via, riconosciuto il loro valore, queste opere sono diventate patrimonio di tutti, bene pubblico, dove i cristiani rimangono come lievito nella pasta, collaborano con tutti gli altri, sentono quel bene come proprio e continuano a sostenerlo».
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