Il racconto della malattia del piccolo Cesare, la mamma: «Volo oltre la paura»

Valentina Mastroianni ha raccontato alla Ubik la storia del suo Cece. Libreria gremita e pubblico commosso nell’ascoltare la testimonianza

Lorenza Raffaello
Valentina Mastroianni intervistata dalla giornalista della Tribuna di Treviso Lorenza Raffaello
Valentina Mastroianni intervistata dalla giornalista della Tribuna di Treviso Lorenza Raffaello

La libreria Ubik in Corso del Popolo era colma di gente sabato sera alle 18, eppure nessuno fiatava. Se non Valentina Mastroianni, che con delicatezza e forza ha raccontato la sua storia e quella del suo bambino di appena 6 anni, Cesare, gravemente malato.

Ha parlato del suo nuovo libro, “E voleremo sopra la paura” edito da DeAgostini, di come è nato e di quale è stato lo scopo: «Sui social non racconto tutto perché è una fruizione veloce, con il libro invece mi rivolgo a chi vuole realmente sapere come stiamo, a chi vuole approfondire fino ad immedesimarsi con noi».

Ha raccontato come sta Cesare, un eroe dei giorni nostri. Che, nonostante il male, nonostante la chemioterapia, il sondino e i farmaci, la mattina chiede sempre ai suoi familiari come stanno, se hanno dormito bene, se sono felici. Valentina durante la presentazione di sabaro, organizzata con la partnership della Tribuna di Treviso e del Gruppo Nem, si è mostrata in modo diverso rispetto a quanto fatto in occasione del primo libro “La storia di Cesare” pubblicato nel 2023, best seller nel giro di pochissimo tempo.

L’autrice ha parlato anche di sé, di come le esperienze di vita l’abbiano forgiata, degli abusi subiti, del sentirsi sola contro il mondo a difendere una verità scomoda nel luogo in cui non ci si dovrebbe mai sentire in pericolo, tra le mura di casa, da bambina.

Valentina ha raccontato senza lesinare sui particolari, perché si è resa conto di come la sua storia possa essere d’aiuto anche alle altre persone: «Spesso le vittime di violenza hanno paura di denunciare quello che hanno subito, ma anche di confidarsi con le persone che hanno vicino: temono il giudizio degli altri. Io ho capito solo quando sono cresciuta che quella sbagliata non ero io, ma la persona che mi ha fatto del male, era lei quella malata. Non io».

E poi, ancora, la scelta di trasferirsi a centinaia e centinaia di chilometri da Conegliano per cercare una nuova vita e una nuova felicità, lasciando quella casa dove hanno «pianto in ogni stanza».

La commozione e l’emozione hanno fatto il resto. Il pubblico è entrato in sintonia con l’autrice, si è fatto dialogante, interessato, amorevole e rispettoso nei confronti di Valentina. Interventi colmi d’amore e interesse spassionato hanno travolto Valentina, che si è sentita cullata. Lei che è abituata, invece, a prendersi cura degli altri.

Attraverso il racconto della malattia di Cece, Valentina dà vita a una nuova storia emozionante dai confini sfumati, in cui passato e presente, amore e dolore si mescolano. Ha imparato a volare sopra la paura e riesce a portarci con lei perché come dice: «Se una cosa non va bene, cambia, non lamentarti».

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