Utili in calo di 300 milioni Costi più alti per chi esporta

Moreno Mancin, ricercatore di Economia aziendale a Ca’ Foscari, commenterà i dati sulle performance delle imprese di Treviso e provincia giovedì prossimo, 14 novembre, dalle 17 al Teatro Comunale di Treviso, sul palco della nuova edizione di Top 500. Le migliori aziende della Marca hanno ottenuto ricavi per, complessivamente, 32,5 miliardi di euro. Margini e utili, però, sono in calo.
Riusciamo a quantificare questo calo?
«Se parliamo di Ebitda, a livello aggregato cala del 12,3 per cento, anche se la cifra è quasi tutta ascrivibile al caso di una singola azienda, Permasteelisa, che nel corso dell’anno ha avuto qualche difficoltà. Gli utili calano di circa un terzo, il 31,5 per cento a livello aggregato. Se facciamo finta che le Top 500 siano un’unica azienda, il calo degli utili corrisponde a 292 milioni di euro: dai 928 milioni del 2017 ai 635 del 2018».
Quali settori stanno meglio?
«Quello che registra la crescita di fatturato più importante è l’edilizia e costruzioni, con una crescita di fatturato del 17,8 per cento. Le imprese del settore valgono 1,6 miliardi di euro. La contrazione dei margini c’è (0,6 per cento) ma si vede meno che altrove. È la ripresa del mattone. Il secondo settore forte è l’automotive, grazie agli incentivi statali: crescita del 10,3 per cento, ricavi aggregati per 1,6 miliardi. Purtroppo, però, i numeri si riferiscono ai fatturati 2018, prima della crisi tedesca che ha colpito l’intero settore anche da noi».
Fatturati in crescita e margini in calo: come si spiega?
«Per riuscire a vendere in nuovi mercati all’estero si sono abbassati i prezzi: questa è la spiegazione più semplice, ma forse non la meno probabile. Una seconda chiave di lettura suggerisce che siano aumentati i costi per vendere all’estero, anche a causa dei dazi e delle continue tensioni internazionali. Meno probabile un aumento dell’inefficienza delle imprese, così come non si ravvisano aumenti significativi dei costi delle materie prime».
La chiave di lettura complessiva di due andamenti così diversi, come la crescita dei ricavi e il calo degli utili, quale può essere?
«È un dato anomalo, la prima volta che si verifica nella storia di Top 500. E ogni azienda fa storia a sé, con dinamiche sempre diverse. Con una congiuntura del genere, se per qualche motivo dovessero esserci problematiche sui mercati di sbocco, cioè se anche il fatturato inizierà a ridursi, l’impatto potrebbe essere importante e compromettere la capacità di creare valore delle nostre imprese. Una volta si diceva che l’export è quello che ci sta salvando, e in parte lo diciamo ancora oggi. Quando si chiudono i mercati, e si mettono dazi in alcuni luoghi importanti, le conseguenze sui margini potrebbero essere ancora più significative».
È quello che rischia di verificarsi quando si analizzeranno i bilanci del 2019, anno di dazi e crisi commerciali.
«Sì, anche se non dobbiamo trascurare i segnali positivi. Sono rimasto colpito da una crescita così robusta dei fatturati. E anche gli investimenti stanno andando bene: le aziende crescono del 4,5 per cento, arrivando a superare i 33 miliardi di euro». —
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