Un’intera famiglia indagata per gli schiaffi al prof di Treviso

TREVISO. Un’intera famiglia sotto inchiesta per l’aggressione al professor Giuseppe Falsone, l’ex insegnante delle scuole medie Casteller di Paese, dal prossimo anno scolastico in servizio alle medie di Silea, picchiato perché avrebbe strattonato energicamente un allievo che non voleva uscire dall’aula durante la ricreazione.
È quanto emerge dalle indagini sul caso scoppiato il 23 dicembre scorso e finito alla ribalta dei media nazionali. Se da una parte la procura della Repubblica di Treviso, che si occupa del caso, ha chiesto al giudice delle indagini preliminari l’archiviazione della denuncia dei genitori dell’alunno che sarebbe stato strattonato dal prof per carenza di riscontri, in quanto i testimoni, un bidello ed una collega di Falsone, negano il fatto, dall’altra parte l’inchiesta a carico dei familiari dell’alunno prosegue a spron battuto. Si scopre infatti che oltre al padre e alla madre del ragazzino, è indagato anche il fratello sedicenne, che sarà processato in giudizio immediato davanti ai giudici del tribunale dei minori di Venezia il prossimo ottobre.
Stando alle accuse, non solo padre e madre ma anche il fratello maggiore del ragazzino (tutti difesi dall’avvocato Andrea Zambon) avrebbe messo le mani addosso al professore. Il giovane è infatti accusato di lesioni per aver inferto una forte manata sulla nuca all’insegnante in concorso coi genitori, di minacce per avergli detto “ti aspetto fuori, ti ammazzo”, e per interruzione di pubblico servizio o comunque turbativa del servizio scolastico.
I genitori del ragazzino, invece, sono attualmente indagati per gli stessi reati del figlio (lesioni, minacce e interruzione di pubblico servizio) ma non dovrebbe mancare tanto tempo perché l’inchiesta si chiuda formalmente con un’eventuale citazione diretta a giudizio o una richiesta di archiviazione che andrebbe, però, in contrasto con l’indagine condotta a tempo di record dal tribunale dei minori.
La vicenda è quella arcinota ma per riassumerla bisogna fare un passo indietro. Il caso scoppia nei giorni immediatamente prima delle vacanze natalizie del 2017 quando la famiglia, in particolare, di un ragazzo che frequenta le Casteller durante un acceso incontro con il professor Falsone gli rifila un paio di ceffoni per aver malamente spinto, a suo dire, il figlio, un paio di giorni prima, dopo essersi rifiutato di lasciare l’aula per la ricreazione, come prevede il regolamento.
Il caso rimbalza sui media nazionali quando l’insegnante esce allo scoperto con uno sfogo pubblico nel quale rende noto di essere al centro di un procedimento disciplinare.
Al professore arriva la solidarietà da politici e colleghi e Falsone presenta ai carabinieri una querela contro il genitore che l’ha aggredito. Questi risponde con una controquerela piuttosto dettagliata per la quale il pubblico ministero Massimo Zampicinini ha chiesto al giudice delle indagini preliminari l’archiviazione del caso. Una richiesta accolta con sollievo e soddisfazione dall’insegnante Giuseppe Falsone.
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