Un’alleanza tra avvocati per resistere

MONTEBELLUNA. Un consorzio di studi legali del Veneto per trattare con la SGA o le società da essa incaricate la questione dei crediti deteriorati della ex popolari venete. Si tratta di una cifra monstre: è stata ipotizzata in 18 miliardi di euro tra ex Veneto Banca ed ex Popolare Vicentina, il cui recupero potrebbe creare ulteriori difficoltà ad una economia già in crisi. E così è stato costituito a Montebelluna questo Consorzio Triveneto, composto da sei studi legali per la gestione dei NPL e cercare le soluzioni più indolori per le società e le imprese che saranno chiamate a restituire i crediti. L'iniziativa è partita dallo studio legale montebellunese Sernaglia Caverzan & Associati. Ne fanno parte, oltre a tale studio, gli studi legali Ruberti Scanferlato di Treviso, Bragadin di Venezia, Zilio-Carcereri di Vicenza, Caterina De Mas di Belluno, Ghirelli di Rovigo. Uno studio legale per provincia in modo da coprire il territorio veneto che è stato colpito dal crack delle ex popolari.
«L’obbiettivo del consorzio - spiega l’avvocato Francesco Sernaglia, titolare dell’omonimo studio con sede a Montebelluna- è quello di contribuire a mantenere la gestione di questa crisi entro i confini regionali, dove i professionisti operando con lealtà e diligenza e con la sensibilità di chi conosce profondamente il territorio, possano contribuire a trovare soluzioni eque ed efficienti a situazioni già di per sé stesse critiche che riguardano centinaia di aziende anche in Provincia di Treviso».
Il Consorzio avrà la sua sede a Montebelluna, presso gli Studi Professionali Integrati, e gli avvocati Francesco Sernaglia e Federico Scanferlato hanno ricevuto il mandato per l'avvio delle trattative con le società impegnate in questo settore. In ballo c'è una massa di crediti deteriorati la cui gestione è affidata a SGA, società a completo controllo del Ministero delle finanze che sta provvederanno alla gestione di tali posizioni. Una massa di crediti deteriorati calcolata in ben 18 miliardi di euro il cui tentativo di recupero potrebbe essere affidato a società private anche non italiane e che potrebbe abbattersi come una mazzata su aziende già in difficoltà.
Il timore di molte imprese esposte con i vecchi istituti veneti è infatti quello che le procedure di recupero gestite da soggetti privi della necessaria conoscenza della realtà industriale territoriale possano alimentare la crisi già in atto con conseguenze devastanti. Potrebbe essere un colpo mortale per molte imprese. E quindi che dopo il crollo del valore delle azioni arrivi il recupero dei crediti deteriorati a drenare ulteriori risorse a realtà aziendali già in difficoltà. Il lavoro che faranno questi studi legali sarà quindi finalizzato proprio ad evitare ulteriori mazzate finanziarie cercando possibilmente accordi bonari. —
Enzo Favero. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
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