Una Tenda più grande per i malati di Aids

Aumenta la domanda di posti per la cura e l'assistenza dei trevigiani sieropositivi: la casa alloggio per malati di Aids “La Tenda” verrà ampliata.
Ieri è stato presentato il progetto per il rifacimento della struttura di via Cal di Breda, unica realtà della provincia a occuparsi di pazienti con Hiv. Fra due anni l'inizio del cantiere, per un investimento di un milione di euro. Ma intanto il progetto, disegnato gratuitamente dall'architetto Ivan Galavotti, è il primo passo per arrivare a ottenere tute le autorizzazioni necessarie.
Si procederà per stralci. Quattro gli interventi previsti che porteranno la sede a 900 mq di camere e servizi, collegando le casette già esistenti e aumentando le metrature di spazi comuni e stanze. Si costruiranno due nuclei abitativi con le residenze dei pazienti, portando da 15 a 20 i posti letto muniti di bagni e salottini. Successivamente si risistemerà l'atrio d'ingresso con ambulatori e uffici; ultima la realizzazione di spogliatoi per il personale, lavanderie e dispense per gli alimenti. E la Tenda, con la fondazione Linea Infinita, ha previsto materiali ecocompatibili, molto legno e ampie vetrate: gli ospiti avranno il maggior contatto possibile con la natura. Sorgono nel parco dello Storga.
«Aspettavo questo momento da ventidue anni», ha esordito Graziella Graziani, storica presidente de La Tenda, «rappresentiamo una risposta per il pubblico e anche per il privato e siamo stati tra i pochi ad aver avuto il coraggio di occuparci di una pandemia non gradita alla società. Non l'abbiamo ancora superata, visto che la domanda dall'esterno è sempre più pressante». I 15 posti residenziali non sono più sufficienti a rispondere alle richieste di aiuto.
«Siamo sempre al completo» conferma Andreina Petrosso, direttrice della Tenda, «le persone sieropositive che invecchiano e che avranno bisogno di assistenza nell'ultima parte della loro vita e dobbiamo anche affrontare chi entra in contatto con noi per la prima volta».
Ogni anno sono circa un'ottantina le nuove diagnosi di Aids registrate dall'Usl 9. In tutta la provincia, si parla di 1.200 pazienti. «Le modalità di trasmissione del virus sono cambiate», spiega Piergiorgio Scotton, direttore di Malattie Infettive del Ca' Foncello, «un tempo il contagio era legato all'assunzione di sostanze, oggi prevalgono i casi di persone che si espongono a comportamenti sessuali a rischio. La diagnosi precoce è importante, bisognerebbe introdurre un test al momento in cui la persona entra in contatto con la struttura sanitaria. Come si faceva un tempo per la sifilide». Per chi volesse offrire un aiuto alla Tenda, tel. 346 6961608.
Valentina Calzavara
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