Una “tavola” sul lago vacanze a Bandie beach

SPRESIANO. Ombrelloni, campi da beach volley, piscina, bar e per chi vuole osare anche il brivido del wakeboard e la palestra con affaccio sul prato. Non è una spiaggia attrezzata, ma l’oasi delle Bandie, la vecchia cava di ghiaia di Lovadina di Spresiano che negli anni ha cambiato volto ispirata da un business fatto meno di sassi, e più di relax, divertimento, sport. La stanno scoprendo in tanti, tantissimi, giorno dopo giorno, chiamati da chi frequentava le strutture per allenamenti e agonismo (è di casa un’intera squadra di nuoto che conta anche medaglie d’oro nazionali), dai residenti della zona che lì hanno trovato l’estate, e da tanti curiosi che alle Bandie hanno trovato il posto ideale per preparare esami universitari, rilassarsi prima del lavoro, godersi la giornata libera, portare i bambini. Oltre un migliaio le persone di ogni età che si danno appuntamento attorno al lago. C’era chi riposa, chi nuota, chi gioca e chi osa sfidare il lago a bordo di una tavola.
Gli spazi sono infatti molteplici. Tre le strutture principali che insistono sul lago: ci sono le piscine, c’è il nuovo tempio del wakeboard, e c’è il ristorante contemporaneo che guarda dall’alto entrambi i complessi. Un sistema di offerte indipendenti ma capaci di occupare una intera giornata dalla mattina alla sera a prezzo “pop”. Entrare alle piscine per una intera giornata costa 7.5 euro nel fine settimana, un euro in meno dal lunedì al venerdì. Una volta dentro ci si trova davanti oltre 40 mila metri quadrati di sport e relax: una piscina da 50 metri, una da 25, due piscine per i bambini e un centinaio di ombrelloni sparsi nel piazzale che circonda le vasche fino al limite del prato, libero. Un gelato e una bibita? C’è il bar. Voglia di tenersi in forma “a secco”? A dieci euro l’ingresso ci sono una sessantina di attrezzi per pesi e fitness.
«Io vengo qui dall’inizio dell’estate, tre o quattro volte alla settimana» dice Renata Ghin; lavora a Treviso, al ristorante Antico Morer, fa il turno serale «e fino a metà pomeriggio qui mi rilasso». Non è sola, con lei una collega, Luna Frasson, e la stessa titolare del locale, Piera Nogariol. «Ci troviamo benissimo» dice quest’ultima, «il personale è gentile, il posto tranquillo, attrezzato e sereno. Avete visto poi gli spazi?».

E in effetti, tutt’attorno non c’è altro che alberi e verde con affaccio sul lago. Alessandro Poloni ha 23 anni, studia Economia e commercio a Treviso e alle Bandie fa da supervisore: «Qui tra corsi di nuoto, atleti, bambini e adulti c’è da lavorare parecchio, ma è un piacere. E dopo lo studio ancor di più».
Il pubblico eterogeneo, ci sono i genitori che arrivano la mattina presto per lasciare i figli ai centri estivi (da 55 a 65 euro a settimana dalle 7.30 alle 17.30 da lunedì a venerdì), vacanzieri infrasettimanali e compagnie di giovani. «Noi qui ci troviamo bene, veniamo per starcene in pace, leggere, prendere il sole, fare il bagno» dicono Alessia e Anna, studentesse in vacanza del Duca degli Abruzzi di Treviso sdraiate sugli asciugamani stesi in mezzo al prato. «La coda per Jesolo? Un ricordo, qui è meglio». «Stiamo cercando di creare un ambiente capace di unire agonismo e assoluto relax» dice il direttore del centro nuoto le Bandie Federico Gambarotto, «puntando su prezzi onesti, un contesto unico, tante offerte. Pensate che solo ai centri estivi abbiamo 80 bambini». Per gestire tutto Gambarotto si affida a personale formato nel salvataggio, nei corsi, in infanzia e gestione interna, «e puntiamo a migliorare ancora, siamo solo all’inizio» assicura.
Wakeboard. Dal prato, guardando il lago, si vedono le scie di quelli che giocano con la velocità scivolando sull’acqua. Il centro «roble 7» ha aperto i battenti a giugno, è il più grande centro wakeboard d’Europa e non ha impiegato molto ad attirare l’attenzione di sportivi e curiosi. C’è il centro noleggio, il bar ristorante, c’è il negozio, ci sono gli uffici, e tra qualche tempo arriverà anche una foresteria. L’accesso è libero, guardare, sdraiarsi nella spiaggia di sabbia realizzata a bordo lago, godersi il sole o fare una passeggiata sui prati non costa nulla; chi volesse sperimentare cosa voglia dire correre sull’acqua facendosi trainare da uno “skilift” che fa il giro del lago è libero di farlo. Costi? 20 euro di tessera (si paga una volta per tutto l’anno) e 20 euro di biglietto per un’ora di attività (ai principianti basta, dopo le braccia dolgono) che comprende il noleggio di tavola, casco, giubbino salvagente.

«Quando ho saputo che apriva mi sono precipitata» racconta Monica Franzin, trevigiana che vive a Ponzano. Arriva al wakepark in auto, scarica l’attrezzatura e va verso il lago salutando tutti, «dopo un po’ si diventa un bel gruppo di amici», prima di attrezzarsi per iniziare a “girare” beve un caffè e fa quattro chiacchiere. «È una struttura bellissima, la frequento con gli amici anche dopo il lavoro, per una birra serale. Ma avete visto che posto? Prima per fare “wake” dovevo andare fino a Padenghe, sul Garda, ora da qui non mi muovo più. Com’è l’acqua? Perfetta». È incredibilmente cristallina, tentatrice, tanto da aver imposto alla direzione di affiggere i cartelli «divieto di balneazione» senza salvagente una cava è sempre una cava. Adulti e ragazzi, donne e uomini, italiani e tanti stranieri. Il pubblico è vario, internazionale, tantissimo nei fine settimana, assai più gestibile dal lunedì al giovedì (l’impianto apre alle 12). Per chiudere la serata al lago c’è il ristorante delle Bandie, tra vetrate e lampadari in vetri soffiato, piatti “contemporanei” e tanto verde tutt’attorno. Altrimenti, fuori dai cancelli, ci sono trattorie e osterie delle grave.
Ma lasciare la riva è difficile dopo una giornata di vera estate lontano dalla calca della spiaggia.
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