Una poesia per l'addio della Cereria Torri di Treviso: chiude dopo 48 anni

TREVISO. Regalare una poesia, e spegnere le luci subito dopo: «Se tutti i ceri che abbiam venduto, per la magia di un sol minuto, fossero accesi tutti qui intorno, anche di notte sarebbe giorno. Quarantott’anni non son pochi, e sono passati in un baleno, ma siamo qui ed abbiamo pensato che adesso è tempo: tiriamo il freno!».
Dal primo gennaio il centro di Treviso sarà un po’ più vuoto: non si riapriranno, per la prima volta in 48 anni storia, le serrande della Cereria Torri, al civico 9 di Piazza Duomo. I titolari, Ettore Fornaini e Clara Provolo, hanno scelto di salutare i clienti più affezionati con una poesia, consegnata a chi varcherà la soglia del loro negozio per l’ultima volta.

La Cereria Sorelle Torri (da non confondersi con la Cereria Torri di Piazza San Vito, che ha un’altra proprietà e resterà aperta) era arrivata alla terza generazione di titolari. Un presidio storico in Piazza Duomo, da mezzo secolo cuore trevigiano della produzione di candele e lumini di tipo religioso, soprattutto, ma non solo. Aveva aperto il bisnonno di Ettore, ma in cinquant’anni è cambiato tutto, anche (e soprattutto) il centro storico, e nonostante l’affetto dei cittadini - e la curiosità di chi arrivava da fuori città - andare avanti a un certo punto è diventata una sfida troppo gravosa. In questi giorni Ettore e Clara non si sono esposti troppo, hanno preferito sussurrare agli amici la decisione: il 31 dicembre si chiude.
E in quella poesia consegnata di persona hanno inserito tutte le tappe più importanti della loro storia. Le candele per il Natale e le occasioni di festa, i pacchetti da preparare e la vetrina da addobbare, le storie dei clienti, e poi la vita privata, con l’arrivo dei nipotini e il mestiere di nonno che subentra e diventa, oggi, il più importante di tutti. Ieri il negozio è rimasto aperto: è Natale, e la Cereria entra nella fase dell’anno più movimentata. Per l’ultima volta. Sarà strano, a gennaio, non rivedere quelle luci e non risentire quei profumi: «Un poco incerti chiudiam la porta, buttiam la chiave in un cassetto, guardiam la Piazza, guardiamo intorno... Spunta un nuovo giorno». Firmato: Ettore e Clara.
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