«Una colletta tra enti e Comuni per salvare il teatro della città»

VITTORIO VENETO
«Se il comune di Vittorio Veneto non dovesse farcela a mantenere aperto il Teatro Da Ponte, dovremmo tentare altre soluzioni, trovando una partnership tra operatori teatrali e amministrazioni dei comuni limitrofi, perché l’afflusso di spettatori arriva anche da altri paesi: sarebbe un vero delitto perdere il teatro che non è solo della città ma di tutto il territorio». Questa la proposta di Edoardo Fainello, fondatore e direttore dell’Accademia Teatrale “Lorenzo Da Ponte” con sede a Serravalle, nota a livello nazionale per i suoi corsi professionalizzanti anche per ragazzi, da cui sono usciti volti del cinema e della televisione, come Ludovico Girardello, protagonista della saga “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores, o Carolina Sala, vista nelle fiction della Rai “Pezzi Unici” e “La guerra è finita”. Una città dove nascono attori che intraprendono carriere in ambito nazionale, e ne abbiamo citati solo due tra i tanti, non può restare senza teatro, Fainello proprio non ci sta.
La PROPOSTA
«Noi portiamo spettacoli in tutta la regione – continua il direttore – abbiamo una scuola con ampie sale per le prove e il piccolo teatro Dante per la rassegna estiva, ma anche il teatro Da Ponte è un appoggio per ospitare le nostre produzioni, inoltre se gestito con un progetto culturale significativo e a lungo termine, si possono chiedere fondi al Ministero dei Beni culturali». L'idea di Fainello si fa strada nell’empasse creatasi dall’offerta di Fondazione Cassamarca, proprietaria dello stabile, al comune di Vittorio Veneto, che si è visto presentare un rinnovo per la convenzione d’affitto, scaduta dopo sei anni, forse troppo oneroso per le casse dell’ente pubblico, dato che si sale da 12mila a 50mila euro all’anno.
IL RUOLO DEL TERRITORIO
«La trattativa è delicata e mi risulta essere ancora in corso – puntualizza Fainello – comprendo benissimo sia le esigenze di Cassamarca che le realistiche difficoltà del comune, ma bisogna che il territorio si faccia avanti per mantenere il teatro aperto, tanto più in questo momento storico, in cui le persone stanno scoprendo il valore della cultura: chi sta a casa per il contenimento del virus legge libri, vede film, ascolta musica. Sarebbe bello se dopo l’emergenza sanitaria si potesse tornare alla grande, facendo diventare il Da Ponte un “Teatro Stabile d’Innovazione” della Marca, una sede fisica che lavori per tutto il territorio, tanto più che siamo in mezzo al Patrimonio dell’umanità Unesco. Penso a un “Festival delle 9 arti” che si sparga in tutte le località dell’area Unesco, partendo proprio da Vittorio Veneto». Il “Festival delle 9 arti” è una nuovo format di spettacoli estivi, creato dall’Accademia “Da Ponte” come sviluppo della sua tradizionale rassegna di teatro all’aperto. Emergenza sanitaria permettendo il festival comincerà il 6 giugno al Piccolo Teatro Dante con il monologo “Eroi” di Andrea Pennacchi. «Per l’accesso agli spettacoli abbiamo elaborato uno specifico protocollo di sicurezza – chiude Fainello – con prenotazione on line, orari e percorsi definiti, distanze tra spettatori di un metro e mezzo riducendo i posti a sedere da 250 a 80, e una squadra di emergenza in aggiunta a quella standard. Manderemo tutto alla Prefettura, perché noi veneti siamo precisi quando si tratta di queste cose». —
ELENA GRASSI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso