Una bomba d’acqua Resana è in ginocchio

RESANA. Bomba d'acqua, cento case allagate. Maxi emergenza maltempo ieri pomeriggio nelle frazioni di Castelminio e San Marco. In seguito ad un violento temporale interi quartieri sono finiti sotto mezzo metro d'acqua. I danni sono in fase di valutazione, ma da una prima ricostruzione potrebbero arrivare ad un milione di euro. Il sindaco Loris Mazzorato in serata ha già firmato la richiesta dello stato di calamità.
Il temporale. Il maltempo si è abbattuto su Resana nel primo pomeriggio. Un violento temporale è iniziato verso le 15.30 e la pioggia è proseguita ininterrottamente per un paio d'ore. La rapidità con cui si è sviluppato il temporale e l'enorme quantità d'acqua hanno provocato nell'arco di poche decine di minuti l'intasamento di fossati presenti nel territorio. Arrivati al limite di capienza, i canali sono esondati sulle strade e sui campi.
Allagamenti. L'intasamento delle vie di scolo dell'acqua ha provocato allagamenti nelle case. L'acqua è risalita dalle griglie al di fuori dei garage, oppure dai pozzetti di scolo. Le zone colpite dall'emergenza sono prevalentemente le frazioni di San Marco e Castelminio. Le aree più colpite via Gallinelle, via Palù, via Case Rosse, via Molinella, via Siese, via Trieste, via Croce, via Montegrappa. Lungo alcune di queste strade si sono accumulati fino a 50 cm di acqua. Via Kennedy e via Siese, completamente allagate, sono state chiuse al traffico per un paio d'ore, fino a quando l'acqua non è defluita. Completamente allagata anche tutta l'area circostante la motta di Castelminio, circondata da un metro d'acqua. Una decina di abitazioni presenti dietro la motta, in via Dante, sono rimaste isolate. In alcuni quartieri è saltata anche l'energia elettrica. È andata meglio nel capoluogo, dove ci sono stati meno allagamenti. Qualche scantinato è andato sott'acqua in zona Boscalto e in via Giorgione. Complessivamente un centinaio di abitazioni private sono state interessate da allagamenti o infiltrazioni. La pioggia si è fermata verso le 19. Nell'arco di un paio d'ore l'acqua si è ritirata progressivamente e la situazione si è stabilizzata.
La macchina dei soccorsi.Il Comune ha attivato immediatamente la Protezione civile e il Centro operativo comunale (Coc) per coordinare le operazioni della Protezione civile stessa. Impegnati in operazioni di prosciugamento i vigili del fuoco. «Siamo stati impegnati con una ventina di uomini e 8 mezzi», dice Aldo Bernardi, caporeparto dei vigili del fuoco di Treviso, «con squadre di Castelfranco, Treviso e Vittorio Veneto. Sono pervenute complessivamente 80 richieste d'aiuto. Di queste una quarantina si sono risolte da sole, con il progressivo abbassamento del livello dell'acqua. Per le altre stiamo intervenendo progressivamente per risolverle una ad una». In serata è arrivato un gruppo di Protezione civile da Treviso per aiutare. Non ci sono state fortunatamente emergenze mediche né feriti.
La stima dei danni. Da una prima ricognizione sono un centinaio le case colpite, con danni che vanno da semplici infiltrazioni d’acqua ad allagamenti consistenti (fino a un metro e mezzo di acqua negli scantinati e nei garage). Una prima stima dei danni, anche se approssimativa, si aggira su un milione di euro. Il sindaco Loris Mazzorato, impegnato nel coordinamento delle operazioni di soccorso, ieri sera ha firmato la richiesta dello stato di calamità inviata alla Prefettura di Treviso. «Chiederemo alla Regione i risarcimenti per i danni subìti dai cittadini», ha detto Mazzorato, «questo sarà possibile farlo con la dichiarazione dello stato di calamità. Come Comune abbiamo fatto di recente parecchie manutenzioni di fossati e vie di scolo. Purtroppo, però, le leggi riguardanti il patto di stabilità non ci lasciano eseguire i lavori che andrebbero fatti. Denuncio pubblicamente questa cosa. Il patto di stabilità non ci permettere di spendere i soldi che abbiamo in cassa per fare i lavori necessari a prevenire queste situazioni».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso