«Un trampolino utile per farsi assumere»
«Sì, pochi soldi ma è stato un ponte tra l’educazione e l’impiego» A confronto con il gruppo che ha partecipato a Garanzia Giovani

Marson AG.FOTOFILM treviso farum in redazione
TREVISO. Il curriculum non basta più, quel che conta è l'esperienza. Piccola o grande che sia, è un elemento chiave per diventare attraenti agli occhi delle aziende, per passare dai banchi di scuola direttamente al mondo del lavoro. Ne sono convinti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato ai corsi di Unindustria Treviso nell'ambito di Garanzia Giovani e ora stanno lavorando in varie imprese del territorio. Sei di loro hanno preso parte al nostro secondo forum in redazione, uno spazio che racconta le nuove generazioni attraverso il loro punto di vista.
«Inviare il curriculum dopo la laurea non è sufficiente perché esiste una barriera tra gli studi e l'accesso al mondo del lavoro. Per me Garanzia Giovani è stata un'esperienza professionalizzante che ha fatto da ponte tra l'educazione e il trovare un impiego. La mia vita è infatti cambiata in modo positivo, ho capito cosa voglio fare da grande e trovato una realtà che ha deciso di investire su di me per farmi crescere» spiega
Alessandro Lorenzon
, 26 anni, laureato in Economia Aziendale, assunto con un contratto di apprendistato alla MEI di San Vendemiano, leader nella produzione di fitocosmetici. Visto da fuori può sembrare un limite il compenso dato a chi aderisce a Garanzia Giovani, che si aggira attorno ai 300 euro mensili, ma in un Paese come l'Italia, dove si calcolano due milioni di “neet” (soggetti dai 15 ai 29 anni che non studiano né lavorano) può essere un'opportunità per uscire dal limbo.
«Per me Garanzia Giovani è stato un trampolino di lancio, il rimborso spese era un di più. Ho considerato l'esperienza un investimento su me stessa, avevo bisogno di una retribuzione dato che vivo da sola con mio fratello mentre la mia famiglia è tornata in Ecuador. L'ho considerato un sacrificio, mi sono impegnata molto e oggi ho un contratto che mi fa guardare con maggiore fiducia al domani» spiega
Maria Bourne Moran De Los Angeles
, 28 anni, diplomata al turistico di Conegliano, un passato nel mondo della ristorazione e un presente all'I.T.Q. Project di Spresiano che si occupa di riqualificazione ambientale. Iniziare a riempire la voce: “esperienze lavorative” nel proprio curriculum rappresenta l'avvio di una carriera. Un aspetto che non sempre viene colto appieno, come denunciato dalla presidente di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana: per 200 posti per corsi di formazione pagati all'interno di aziende, si sono presentati solo 100 giovani. «Molti nostri coetanei pensano che dopo l'università siano le aziende a cercarci, invece, non è così. Prima facevo il commesso, poi ho deciso di fare il tirocinio per rimettermi in discussione. Alla terza esperienza di stage è andata bene. Sono un perito informatico, Garanzia Giovani ha consolidato le mie basi indirizzandomi verso quello che volevo fare: l'It assistent. Ora gestisco le infrastrutture e seguo i processi digitalizzati alla Galdi di Postioma, la sfida dell'industria 4.0 e l'investimento in nuove tecnologie sono una rivoluzione che le imprese stanno percorrendo» spiega
Enrico Tronchin
, 28 anni. Man mano che si acquisiscono competenze la paura del futuro finisce sullo sfondo insieme alla voglia di andare all'estero. «Lo stage mi ha aperto le porte dell'apprendistato presso la Rossignol di Montebelluna» racconta
Kristi Shati
, 24 anni, laureata in Economia e Commercio, «penso che il mio domani sia qui in Italia. Non ho nessuna intenzione di lasciare tutto per andare oltreconfine, penso di poter trovare qui gli strumenti per crescere professionalmente. L'estero non è più una scappatoia, si sta trasformando nella destinazione di chi ha un progetto ben preciso, vedo sempre meno giovani partire all'avventura per fare i mestieri più umili che possono trovare anche qui». La precarietà rappresenta allo stesso tempo un freno e uno stimolo. «Ho capito che voglio fare web marketing e so che il percorso sarà step by step e richiederà molta pazienza. Via via il mio curriculum diventerà più ricco, la mancanza di sicurezze e la flessibilità sono due elementi che caratterizzano la nostra generazione ma ritengo che abilità e professionalità possano aiutare nella realizzazione personale che è fatta di lavoro, ma anche di autonomia, vale a dire andare a vivere da soli e magari mettere su famiglia» aggiunge
Sheila Zanatta
, 26 anni, laureata in Comunicazione con impiego nel Gruppo Grigolin. Dall'Accademia di Belle Arti al lavoro come esperto di grafica, video e web marketing alla concessionaria Gazzola di Castelfranco, il 26enne
Filippo Baliello
, intreccia le sue passioni e non trascura l'idea di mettersi in proprio. «La strada è tutta in salita, al tempo dei nostri genitori le porte si aprivano da sole con più facilità, adesso serve la specializzazione. Inviare curriculum a pioggia o passare tramite le agenzie interinali spesso non basta, bisogna mirare a un obiettivo». La politica interessa molto poco. «Restiamo concentrati su noi stessi, il lavoro è la base del nostro avvenire».
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