Un terzo dei funghi italiani è prodotto nella Marca

Coldiretti plaude all’obbligo dell’Ue di indicarne la provenienza in etichetta Feltrin: «Troppa merce arriva da Paesi esteri con minori costi e controlli» 

TREVISO. Un terzo di tutti i funghi italiani viene prodotto in provincia di Treviso. Anche per questo la Coldiretti locale ha appoggiato, ieri, la battaglia della confederazione nazionale per chiedere all’Unione Europea certezze sulla provenienza dei funghi venduti sui mercati italiani (molti dei quali provengono dall’estero: nel 2016 sono stati importati oltre 7 milioni di chilogrammi tra funghi e tartufi freschi, dei quali 2,5 milioni dalla Polonia e oltre 2 milioni dalla Romania, per un valore complessivo di 41 milioni di euro».

A guidare la battaglia dei produttori trevigiani è Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso: «Il fungo made in Treviso va tutelato e i consumatori devono sapere la provenienza dei funghi coltivati, perché il rischio è comprare prodotti coltivati senza regole con l’aggiunta di conservanti discutibili per poter sostenere lunghi viaggi che io personalmente non vorrei mai mangiare».

Da Bruxelles sono arrivate comunque buone notizie: «La Commissione Europea ha chiarito che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione», spiega Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso, «e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei».

Una battaglia che Coldiretti aveva sostenuto anche per altri prodotti agroalimentari della Marca, e che in alcuni casi - basti pensare all’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti lattiero caseari, da poco introdotto - aveva avuto buon esito.

«La prossima battaglia riguarda i prodotti trasformati, dove purtroppo c’è ancora poca trasparenza e quindi è urgente un intervento legislativo chiarificatore», sottolinea Feltrin di Coldiretti. «Sono infatti notevolissimi i volumi di prodotti importati destinati alla trasformazione (oltre 1,3 milioni di chilogrammi di funghi e tartufi secchi, tritati, in polvere), spesso spacciati per italiani e con l’utilizzo di sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta, con poca chiarezza nei confronti dei consumatori». Tema cruciale per decine di produttori: la Marca trevigiana è leader nazionale con un terzo della produzione italiana di funghi coltivati, pari a circa 250 mila quintali all’anno. Il Veneto ne coltiva, invece, circa la metà.

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