Un team per la dieta dei malati

La salute vien mangiando anche quando si lotta contro il cancro. Alimentarsi in modo corretto è infatti fondamentale per affrontare a testa alta le terapie e quindi guarire prima e meglio. L'Usl di Marca abbraccia la sfida e avvia la creazione di un protocollo provinciale per insegnare la giusta alimentazione a tutti i pazienti che ricevono la diagnosi di tumore. A capo del gruppo di lavoro c'è il dottor Agostino Paccagnella, direttore dell'Unità Malattie Endocrine, del Ricambio e della Nutrizione di Treviso, che sta provvedendo alla formazione dei team oncologico-nutrizionali in tutti gli ospedali dell'Usl. «Ci stiamo concentrando sui tumori che colpiscono stomaco, esofago e pancreas, dove è necessario un monitoraggio costante del peso dell'assistito», evidenzia il primario Paccagnella, «sappiamo che 3 pazienti su 10 sono ad alto rischio di diventare denutriti durante chemio e radioterapia. Solo impedendo che ciò accada la persona potrà ultimare il ciclo farmacologico evitando una prognosi infausta». L'esperienza maturata negli ultimi 10 anni al Ca' Foncello è dunque diventata un modello da esportare.
Ogni anno nel solo distretto di Treviso vengono effettuate circa 7.000 visite oncologiche e il controllo del peso diventa una voce da tenere sott'occhio nel 50% dei casi. «Siamo arrivati a garantire la presa in carico al momento zero, vale a dire quando il paziente riceve la diagnosi di cancro. Da quell'istante, se la patologia rischia di portare alla malnutrizione o già si denota il sottopeso, viene attivato il monitoraggio ogni 15 giorni», aggiunge l'esperto. Un approccio testato sui tumori del capo-collo che ora verrà esteso e applicato in tutto il resto dell'Usl. Le basi del progetto sono già state gettate insieme ai direttori di Oncologia di Oderzo, Castelfranco, Conegliano e del capoluogo, in sinergia con radiologi e radioterapisti, tra i quali il primario Alessandro Gava, presidente della Lilt. «Quando c'è il tumore bisogna fare una dieta equilibrata, poiché anche un'unica vitamina carente può produrre delle alterazioni importanti, riducendo la risposta immunitaria dell'organismo» aggiunge Paccagnella. Per questo al paziente viene garantita l'assistenza del team multidisciplinare con la massima priorità, senza bisogno di prenotarsi al cup. «Il controllo costante dell'utente permette di integrare la sua dieta oppure di procedere con la nutrizione artificiale, se necessario. Bilanciare l'apporto dei vari alimenti significa dare all'organismo una migliore capacità di difendersi dalle malattie» conclude il primario. Altro fronte, sempre valido per restare in salute, quello della prevenzione.
Sempre in tema di alimentazione l'esperienza trevigiana è stata racchiusa anche in un libro dedicato ai piccoli pazienti che devono affrontare un percorso di cure ospedaliere. “Nutrizione artificiale in pediatria” è il titolo dell'opera scritta dal primario Agostino Paccagnella insieme ai maggiori esperti in materia, i colleghi Andrea Pession, Antonella Diamanti, Sergio Amarri e Antonella Lezo.
Valentina Calzavara
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