Un funerale di velluto e colori per la stilista Fiorella Mancini

PREGANZIOL
Il funerale di Fiorella Mancini ha rispettato il suo stile controcorrente, scintillante e profondo, quello che esprimeva così bene nel suo atelier in campo Santo Stefano a Venezia. Gioiosi ed eleganti velluti colorati che luccicavano ieri mattina nella chiesa Santa Maria di Lourdes di Mestre, le deliziose pantegane dorate stampate su stoffa nera che ricoprivano la bara e i pappagalli argentati sulle giacche firmate da lei e indossate dagli amici in suo onore sono stati più un inno alla vita che un triste addio all’amata artista. Lo struggente discorso della figlia Benedetta, letto con quella fiera grinta che lei stessa racconta averle trasmesso la mamma, ha riempito le oltre duecento persone presenti di quell’energia fuori dagli schemi di cui Mancini continua a essere simbolo. Quell’energia irriverente sbocciata quando Venezia era una città straripante di arte, politica, divertimento e trasgressione. «Era una guerriera che non ha mai smesso di vivere. Guai parlare della sua malattia. Era capace di andare anche cinque volte al giorno da Preganziol a Venezia, nel suo tempio in campo Santo Stefano dove chiunque entrava rimaneva incantato», ha raccontato Benedetta, vestita di velluto azzurro. Mancini è mancata a 78 anni nella sua casa di Preganziol dove viveva con l’amore della sua vita, l’architetto Plinio Danieli. Sensibile alla natura, Fiorella, all’anagrafe Maria Fiorina, non voleva fiori recisi, come ha ricordato nella sincera predica don Marco Scaggiante e come hanno rispettato i familiari posando piantine fiorite sulla bara, trasportata dagli operatori dell’impresa funebre Aristide Sartori, vestita con le giacche colorate di Mancini. «Con lei se ne va un pezzo di storia di Venezia, gli anni in cui l’impegno politico era un imperativo, gli anni del socialista Gianni De Michelis e del comunista Gianni Pellicani», ha ricordato il già rettore dell’Università Iuav, Marino Folin. «Erano gli anni in cui si produceva cultura e non come oggi che la città è una vetrina». In suo ricordo erano presenti anche tanti amici come Gloria Beggiato dell’Hotel Metropole e Giorgio Casadei e personalità come Laura Fincato, Giuliano Segre ed Emanuela Bassetti e altri. Le sue giacche scintillanti, tanto amate da artisti come Elton John, ieri illuminavano la chiesa di raggi di colore. —
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