Un albergo a villa Zeno Il sindaco sposa il progetto

CESSALTO. «Ci sono ottime possibilità per restaurare villa Zeno al Donegal, opera di Andrea Palladio», queste le parole e l’auspicio del sindaco di Cessalto Franca Gottardi nel presentare un importante evento che aveva come tema proprio la villa palladiana di Cessalto. L’architetto Livio Petriccione ha preparato un progetto che prevede il recupero della villa quale albergo con sala convegni, locali per market di prodotti locali recuperando la vocazione originaria della villa nata come “macchina agricola” della famiglia Zeno. Ca’ Zeno al Donegal è stata disegnata da Andrea Palladio sul finire del XVI secolo per conto del nobile Marco Zeno, come luogo di villeggiatura situato in un’ansa del canale Piavon, ma soprattutto come centro direzionale per le proprietà agricole che gli Zeno avevano in località Donegal, a Cessalto e a Motta di Livenza. Andrea Palladio descrive minuziosamente e disegna la villa in uno dei suoi quattro libri dell’architettura. Nel corso dei secoli la dimora ha subito adattamenti e riduzioni soprattutto nella parte delle barchesse. Poi il corpo centrale è rimasto in disuso. Nel corso della prima guerra mondiale era stata occupata dagli invasori come ospedale militare per i feriti nel vicino fronte del Piave. Ora la villa, di proprietà privata, versa in stato di abbandono: il recupero di un monumento del genere, dichiarato “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco non è affare di poco conto. Il giovane architetto Livio Petriccione ha preparato un progetto che,unendo la valorizzazione economica della villa alle necessità del restauro, potrebbe riportare l’edificio ai fasti originari. «Un intervento non invasivo che valorizza le struttura e la barchessa che diventerebbe un albergo con 40 camere ed una suite». Il sindaco Franca Gottardi, molto interessata al recupero dell’ingente patrimonio delle ville venete che si trovano a Cessalto ha sposato lo studio. Al convegno su villa Zeno hanno partecipato il professor Amendolagine e Carlo Canato, direttore dell’istituto regionale per le ville venete.
Giuseppina Piovesana
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