Ponte di Vidor, il costo sale a 120 milioni: la Provincia cerca fondi
Il nuovo ponte di Vidor e la circonvallazione verso Cornuda costeranno 120 milioni. La Provincia di Treviso punta sul sostegno del Ministero delle Infrastrutture e di Veneto Strade. Intanto scoppia la protesta degli ambientalisti

Il nuovo ponte di Vidor, con la circonvallazione che parte dalla frazione di Bosco e arriva alla rotonda della Feltrina, a Cornuda, non costerà gli 80 milioni previsti, neppure i 100 ipotizzati, ma con gli ultimi aumenti farà lievitare l’investimento necessario a 120 milioni. Riuscirà la Provincia di Treviso a trovare una somma così cospicua?
L’incognita dei fondi
«Ne ho parlato col ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Ha assicurato la sua attenzione, come peraltro aveva anticipato con i sindaci – informa Stefano Marcon, presidente della Provincia –. Mi ha detto di fargli avere la progettazione appena pronta. Si vedrà a quel punto quanto il Ministero potrà mettere a disposizione e quanto, eventualmente, potranno compartecipare gli altri». Gli altri sta per Provincia, Regione, quindi Veneto Strade, eventualmente anche i Comuni.
A meno che l’Anas non venga convinta ad occuparsi dell’infrastruttura; tentativo già esperito dal presidente della Regione, Luca Zaia, ancora ai tempi in cui l’Anas ha dovuto rifare il manufatto di Ponte della Priula. Per lo storico ponte di Vidor, costruito ancora ai tempi della prima guerra mondiale, transitano circa 30 mila automezzi al giorno; per una quota consistenti sono i carichi pesanti dei mobilifici del Quartier del Piave e degli approvvigionamenti delle Cantine del prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene.
Incubo incidenti
I tecnici dell’Anas hanno verificato che i piloni ancora tengono, la strada pure. Ma se accade un incidente, come troppo spesso avviene, gli automobilisti devono salire a Fener o scende a Ponte della Priula.
«La nuova circonvallazione – insiste Marcon – è dunque un’opera strategica, relazionata in particolare alla Pedemontana». Lo studio progettuale, predisposto da Veneto Strade, è stato sottoposto alla procedura della valutazione di impatto ambientale dalla Provincia di Treviso.
Il progetto entro fine anno
«Abbiamo raccolto le osservazioni, arrivate dai diversi sindaci del territorio, ed ora – informa Marcon – si sta perfezionando il progetto definitivo che – precisa Marcon – è denominato “Nuova viabilità di collegamento della destra e sinistra Piave alla Superstrada Pedemontana Veneta Comune di Vidor e di Crocetta del Montello”. Stiamo lavorando per concludere questo iter almeno entro la fine dell’anno, in modo poi di recapitarlo al Ministro delle Infrastrutture». Siamo in presenza di un tracciato di circa 5 chilometri, di cui 1, 9 di ponte sul Piave.
«Complementare alla pedemontana»
Ponte che rispetto ad un’ipotesi avanzata l’anno scorso non verrà trasformato in quella diga che avrebbe dovuto trattenere le acque del Piave se fossero arrivate in area con una prepotenza da oltre 3 mila metri cubi il secondo. Marcon chiarisce, a scanso di equivoci, che il Ponte sia una competenza della Provincia.
«Quest’ipotesi della viabilità complementare, che vede la realizzazione di un nuovo ponte, nasce come opera complementare alla Pedemontana, tant’è che non stiamo realizzando il progetto noi ma Veneto Strade – precisa il presidente – noi ci siamo messi a fianco di Veneto Strade per produrre questa nuova progettualità e vedremo poi come, in qualche modo, riusciremo a reperire le risorse».
Protestano gli ambientalisti
Ma quello dei fondi non è il solo ostacolo. Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, ha promesso battaglia perché «quest’opera ha un costo ambientale e paesaggistico, prevedendo la creazione di svincoli da Area ghiaia a Croce del Gallo, con la costruzione di una nuova rotatoria del diametro di 56 metri, nonché la realizzazione del nuovo ponte di scavalco Brentella. Il progetto riguarda zone caratterizzate da criticità idrogeologiche, ambientali e tecniche, inclusa la realizzazione del nuovo ponte in prossimità del centro abitato di Crocetta del Montello. Andrà a impattare su un sito della Rete Natura 2000, le grave del Piave».
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