Uccise la figlia neonata mamma tornata a casa
ZERO BRANCO.
Uccise la figlia neonata: da un anno è tornata a casa dai suoi quattro figli, continuando a lavorare alla cooperativa della Giudecca. Merito dell'indulto e degli sconti di pena che le hanno permesso di lasciarsi alle spalle il carcere e, a fine 2011, le consentiranno di chiudere definitivamente i conti con la giustizia. Il 9 febbraio del 2004, N.Z., oggi 41 anni, è stata autrice del famoso infanticidio di Scandolara. La donna riuscì a tenere nascosta la gravidanza. Subito dopo aver partorito una femminuccia in casa a Morgano, N.Z. avvolse la neonata in un lenzuolino, quindi l'infilò in un sacchetto di plastica. Caricò la piccola in auto e vagò per ore, abbandonando infine il fagottino lungo le sponde di un canale a Scandolara. Il corpicino fu scoperto quasi un mese dopo da Mosé Fuson che chiamò la piccola Gioia. Seguirono settimane di indagini, fino all'individuazione della donna. N.Z., a processo per infanticidio, nel marzo 2005 venne condannata dalla Corte d'Assise a 15 anni di reclusione. La pena venne poi ridotta dalla Corte d'Appello di Venezia a 12 anni e 2 mesi. Per la mamma di Morgano si aprirono le porte del carcere. Ma dalla cella N.Z. è uscita a marzo 2010, ottenendo l'affidamento in prova ai servizi sociali. «E' la decisione scaturita dall'osservazione di un équipe di trattamento - spiega l'avvocato Anna Maria Alborghetti - La mamma ha compiuto un percorso di elaborazione della vicenda assistita da specialisti». (ru.b.)
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