Truffa, condannati due sacerdoti

Due sacerdoti sono stati condannati a un anno e 9 mesi ciascuno di reclusione per aver truffato un insegnante trentino spillandogli 40.000 euro. Si tratta di padre Bruno Merlin, 75 anni, Superiore del convento dei Canossiani di Monfumo e monsignor Giovanni Sonda, 78 anni, ex capo ufficio della Congregazione dei vescovi. Avevano detto all’insegnante trentino di aver bisogno di quei soldi per pagare le pratiche legali necessarie per sbloccare un’eredita di 200 milioni di euro. E per essere ancora più credibili, avevano raccontato all’insegnante che della partita era anche un generale della Guardia di Finanza (risultato poi inesistente) e Flavio Briatore.
Una vicenda incredibile, se non altro per i protagonisti finiti alla sbarra con l’accusa di truffa: monsignor Sonda dopo essere stato capo ufficio della Congregazione dei Vescovi,è stato oggi trasferito alla diocesi di Vicenza. Il secondo è padre Angelico, al secolo Bruno Merlin. Sarebbero stati loro, secondo l’accusa, a ideare la truffa ai danni dell’insegnante: in particolare sarebbe stato Merlin, con un passato a Trento, a contattare l’insegnante chiedendogli il denaro. Sfruttandone la fede e la devozione, il sacerdote dopo alcuni anni in cui i due non si erano più sentiti avrebbe chiamato da Monfumo l’amico e gli avrebbe raccontato che il Vaticano avrebbe presto ricevuto una grande eredità, il lascito di una nobildonna romana: la contessa Bruciaferri pronta a donare alla Chiesa ben 200 milioni di euro.
Il sacerdote avrebbe sottolineato l’importanza di incassare quel denaro per poi poter mettere in campo iniziative di solidarietà. Un’eredità dunque favolosa, che avrebbe consentito al Vaticano di realizzare chissà quante opere di carità ma che richiedeva questa spesa immediata di almeno 40.000 euro per essere sbloccata. Prima della maxi richiesta, era stato sondato il terreno con l’insegnate chiedendogli un prestito di 400 euro. Il trentino, che riponeva la sua fiducia nel padre canossiano, si era poi messo completamente a disposizione e in varie tranche, attraverso vaglia postali e bonifici aveva inviato i 40.000 euro che gli erano stati richiesti. Una tranche di 7.000 euro era finita anche direttamente nel conto corrente delle Canossiane. Gli accordi prevedevano che i soldi fossero restituiti all’arrivo dell’eredità. Cosa che però, nonostante il tempo trascorso, non succedeva mai.
Addirittura ad ogni richiesta le risposte del religioso diventavano sempre più evasive. Tanto che, ad un certo punto, l’insegnante, rappresentato dall’avvocato Filippo Fedrizzi, ha denunciato il raggiro. Monsignor Sonda ha fatto la sua comparsa quando l’indagine è stata affidata alla polizia giudiziaria. Perché attraverso il ricorso alla banca dati centrale delle Poste, gli inquirenti avrebbero accertato che tutti i vaglia erano stati incassati dal monsignore in un ufficio postale situato a pochi passi dal Vaticano, dove ancora viveva. Per questo, Sonda e Merlin sono stati processati e condannati a un anno e 9 mesi con sospensione condizionale subordinata al risarcimento dei danni patiti dall’insegnante.(g.b.)
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