Troppa chimica nei campi L’apicoltura verso i monti

Crollo della produzione di miele anche a causa delle gelate e degli sbalzi termici Sempre più appassionati trasferiscono le arnie sul Cansiglio e in Grappa

CANSIGLIO. Un anno difficilissimo per l'apicoltura: secondo i dati nazionali la produzione del miele è crollata del 30% rispetto al 2016 e del 70% rispetto al 2015, l' andamento climatico sfavorevole è stata la principale causa. Ma l’abuso della chimica in agricoltura sta modificando le abitudini: sempre più apicoltori cercano di collocare le proprie arnie nelle aree montane di Grappa e Cansiglio, territori meno esposti all’inquinamento.

«La produzione è calata, ma i dati che sento dire sono un po' gonfiati - dichiara il presidente dell'APAT-Apicoltori in Veneto, Stefano Dal Colle- abbiamo avuto un calo nella produzione dell'acacia a causa delle gelate primaverili, che hanno fatto sì che i fiori non avessero il polline utile alle api. Siamo comunque riusciti a coprire una parte delle perdite, grazie ad altre qualità di miele. Al momento non sono ancora disponibili i dati sulla produzione di quest'anno. Come associazione ci impegniamo a sostenere l'apicoltura fai da te e quindi i dati del commercio possono sfuggire alle statistiche, ma non credo che sia stata un'annata così disastrosa. E' sempre più difficile fare l'apicoltore».

Il cambiamento climatico, l'uso di pesticidi nei vigneti e la varroa (malattia delle api) sono le cause che hanno reso sempre più difficile la produzione del miele, del propoli e della pappa reale. Tre sono i piccoli paradisi per gli alveari in provincia di Treviso, il Montello, il Cansiglio, e il Grappa.

Nel 2011, Veneto Agricoltura aveva indetto una gara pubblica per la gestione di 9 aree, situate nella foresta regionale del Cansiglio. APAT si era aggiudicata la concessione, riuscendo a portarvi ben 300 alveari. La produzione di miele in Cansiglio è una ogni tre anni, i prodotti ottenuti dagli alveari nomadi possiedono il marchio “Foresta del Cansiglio”».

«Il nomadismo è una tecnica utilizzata da noi apicoltori, in cui sposti le famiglie di api in un altro territorio - spiega Lino Vanzetto, apicoltore da una vita e coordinatore gruppo ATAP Silea- quest'anno sono stati una decina circa ad utilizzare lo spazio del Cansiglio. Non è facile attuare questa tecnica, per una questione burocratica e di costi. Solitamente il nomadismo viene effettuato in primavera, quest'anno, a causa della situazione climatica, è stato fatto a luglio per riuscire a salvare il salvabile. Il clima non è stata la sola causa del calo di produzione. Gli insetticidi usati costantemente nei vigneti, mietono numerose vittime, senza contare l'inquinamento che indebolisce le api e l'introduzione di insetti non autoctoni, come la mosca cinese che danneggia i fiori dei castagni e ne mina quindi la produzione. L'acacia quest'anno ha ricevuto il colpo peggiore a causa delle gelate primaverili, chi è andato in Cansiglio è riuscito a salvare parte della produzione».

Bepi Morosin apicoltore da 40 anni e fondatore della Fattoria Didattica L'Alveare del Grappa, a Crespano del Grappa, affermato: «I tempi sono cambiati, anche il clima sta cambiando, con la varroa abbiamo imparato a conviverci e con i giusti trattamenti si può arginare e controllare. E' mia opinione che ora sia di fondamentale importanza preoccuparsi di allevare delle api forti e resistenti, bisogna selezionare le famiglie e le api regine che devono essere docili e produttive. Non dobbiamo dimenticare che le api, oltre al miele producono il propoli, il polline e la cera. Bisognerebbe che ci fosse una maggiore cultura dell'ape, è un insetto che indica lo stato di salute delle nostre campagne, montagne e colline, se le api non ci sono, vuol dire che abitiamo in un posto inquinato e che può danneggiare la nostra salute». «La nostra produzione è stata duramente colpita dal clima- aggiunge Bianca Torresan dell 'Azienda agricola Demetra a Visnadello- noi al contrario di altri, non abbiamo problemi d' insetticidi in quanto applichiamo una coltura biologica e di rispetto per l'ambiente nelle nostre terre. Il clima quest'anno è stato devastante. L'acacia è stata la produzione più colpita, ma siamo riusciti a recuperare col millefiori».«Con il clima non possiamo fare molto, non lo controlliamo, ciò che possiamo fare-ha dichiarato Dal Colle- è riuscire a portare armonia nel mondo dell'agricoltura di cui noi apicoltori facciamo parte. A novembre, a Roma, è stato firmato un protocollo d'intesa per la salvaguardia dell'apicoltura. L'accordo prevede che le parti si impegnino a sensibilizzare i propri associati sulla necessità di evitare l'uso di prodotti nocivi per le api nei periodi di fioritura, non dobbiamo dimenticare che senza le api non ci può essere vita».

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