Tribunale della Pedemontana, Lega divisa: Manera per il sì, Conte dice no

L’assessore Manera al sit-in con Zaia per la nuova sede. Zabai (Pd): «Conte sta con l’ordine degli avvocati per il no»

Federico De Wolanski
L'assessore Manera al'incontro con Zaia
L'assessore Manera al'incontro con Zaia

«Il sindaco sta con i suoi avvocati o con Zaia? È bene che si spieghi o sta prendendo in giro qualcuno». L’affondo parte dal consigliere Pd Marco Zabai e il tema è la nascita del nuovo tribunale della Pedemontana a Bassano. Nel mirino la Lega “di lotta e di governo”. Serve fare un passo indietro.

Il dibattito

A inizio anno il sindaco Mario Conte era al fianco del sindaco di Padova Sergio Giordani, di quello di Vicenza Giacomo Possamai e dei relativi presidenti degli ordini degli avvocati per sottolineare la contrarierà trasversale alla nascita del tribunale della Pedemontana.

Un asse che faceva base anche sul comunicato mandato alle stampe pochi giorni prima dai tre ordini con critiche precise alla nascita di un nuovo polo «ridotto» in una situazione di «carenze di organico» generale e in virtù di una prossimità non ritenuta ragionevole.

Il sindaco Conte con i colleghi per il no
Il sindaco Conte con i colleghi per il no

Il sindaco di Bassano andò su tutte le furie accusando «la triplice», ma saltò agli occhi anche una frattura nella stessa Lega, ufficializzata dalla partecipazione di Conte al fianco dei suoi legali e degli altri sindaci quando alte sfere invece premevamo per il nuovo polo giudiziario vicentino.

Il sindaco di Treviso Mario Conte a inizio marzo ha cercato di stemperare: «Nulla contro Bassano, ma al ministro Carlo Nordio chiederemo che non vengano sottratte risorse ad altri tribunali».

La polemica

Ed ecco due giorni fa: a Bassano, al tavolo con Zaia ed altre alte sfere riunite per dare l’annuncio del prossimo decreto di autorizzazione alla nascita del tribunale della Pedemontana c’era il vicesindaco di Treviso Alessandro Manera.

E al Pd non è andata giù. «Non è solo un gesto politicamente grave, ma rappresenta un vero e proprio schiaffo agli impegni assunti da Conte nei confronti dell’intera comunità legale veneta» incalza Zabai, «il sindaco si era pubblicamente impegnato per un incontro con il ministro Nordio, al fine di ribadire la contrarietà ad un progetto. Oggi invece scopriamo che nella giunta Conte convivono due linee politiche inconciliabili: da un lato le promesse istituzionali, dall’altro la fedeltà cieca a dinamiche partitiche e territoriali che nulla hanno a che fare con gli interessi della comunità trevigiana. Le parole di Conte agli ordini erano solo fumo negli occhi?». —

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso