Dopo i Pinguini, Treviso sogna in grande: «Una star internazionale nel 2026»
Parla Loris Tramontin, titolare di Azalea che ha organizzato l’evento con la band all’ippodromo di Sant’Artemio: «Treviso ha superato la prova, il prossimo anno torneremo con un grande show. Abbiamo già parlato con alcuni artisti»

Verso un 2026 internazionale: l’eco dei Pinguini Tattici Nucleari si propaga verso un futuro di grandi concerti all’ippodromo Sant’Artemio. Lo assicura Loris Tramontin, titolare di Azalea, società che negli anni ha messo in piedi concerti memorabili nella Marca, che fa un bilancio del grande evento dello scorso 14 giugno tra difetti di viabilità e possibili accorgimenti verso l’anno nuovo.
Perché la musica sarà il futuro dell’arena al confine tra Treviso e Villorba: «È stato un esperimento che ha dato grandi soddisfazioni a tutti, compresa l’area politica- commenta Tramontin - stiamo lavorando su Treviso con l’idea di continuare su questa strada, tagliamo fuori il 2025, per il 2026 possiamo toglierci grandi soddisfazioni. Vedrete che dopo la prima volta sarà tutto più semplice».
Eppure il deflusso non è stato agevole, un vigile è stato centrato da un auto a Villorba e ha riportato lesioni serie al pronto soccorso.
«Mi dispiace fortemente e spero che stia bene, auguro a lui pronta guarigione. Ma l’incidente è capitato in una strada secondaria per colpa di un’auto che non doveva passare lì, il concerto c’entra ben poco in quella situazione».

Associazioni e veterinari in rivolta per salvaguardare la salute dei cavalli che hanno subito il frastuono della giornata, da organizzatore dell’evento che effetto le fa? È un aspetto da tenere in considerazione per i prossimi concerti?
«Mi dà quasi fastidio parlarne ma quando sparano i fuochi per capodanno e i cavalli diventano matti dove sono questi accusatori? Firenze, Milano, Roma e Napoli accolgono decine di eventi così all’anno, adesso il problema sorge a Treviso. Ma vedrete che la prossima volta nessuno se ne accorgerà: c’era tutto il personale a disposizione, i proprietari sono stati avvisati con mesi di anticipo, la maggior parte non ha mosso il proprio. Alcuni commenti li ho trovati illeggibili, abbiamo pensato eccome al benessere animali».
Bene le navette all’andata, eccetto quelle verso il Palaverde che avevano come punto di raccolta Carità, mentre l’attesa al ritorno per qualcuno è stata interminabile.
«Difetti migliorabili, ma è normale camminare un po’ per andare ai concerti, è quello che succede a Trieste e Padova, anche i trevigiani si abitueranno. Le navette alla fine c’erano per tutti, tenevano 200 persone e viaggiavano in continuazione. Bastava aspettare un po’, non è automatico avere il posto subito un bus in mezzo ad altre migliaia in attesa, se in viale Felissent c’era poca luce non è colpa nostra. Siamo soddisfatti, abbiamo ricevuto i complimenti del maresciallo Maselli di Villorba».
Siete stati voi ad assumervi la maggior parte di responsabilità sul piano organizzativo?
«Sì, lavorando in sinergia con Comuni, con le forze dell’ordine e con la Mom. E quando arriva un’ondata di persone così serve dare un occhio a tutto, bisogna uscire dai concerti ancora più contenti di prima. Serve un’etica per tutte le cose: l’acqua non bisogna pagarla più di 2 euro, da altre parti ne servono 9 per una birra».
E adesso?
«È stato un lavoro impegnativo, frutto di 8 mesi. Treviso era una new entry con un numero così alto, torneremo mettendo lo stesso impegno. Era un concerto per le famiglie, l’occasione giusta per partire».
Quarantamila è un numero importante.
«E infatti possono arrivare nomi grossi, anche internazionali. Magellano è rimasta soddisfatta, avremo dialoghi con altre agenzie, molti ci hanno già bussato. Non escludiamo artisti internazionali, anzi: preferisco sempre portarne uno dall’estero che dall’Italia».
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