Treviso, volano i prezzi dei terreni di Prosecco

Cartizze oltre il milione a ettaro, protestano i piccoli produttori: «Esclusi dalle compravendite, quotazioni fuori mercato»

La battaglia sul prosecco, cinque cose da sapere

TREVISO. C’è una crepa che si sta allargando ogni giorno di più, nel mondo del Prosecco: quella tra grandi e piccoli produttori. I primi hanno alzato la voce, nei giorni scorsi, dopo i nuovi criteri stabiliti dalla Regione per l’assegnazione dei nuovi vigneti: mille metri quadrati per chiunque ne faccia richiesta, criterio che favorisce i piccoli produttori e la frammentazione, anziché le grandi cantine. I “piccoli” (le aziende tra 0,5 e 20 ettari) hanno, al contrario, accolto con favore la decisione di Venezia, perché fino a questo momento si sentivano tagliati fuori dal grande mercato del Prosecco, per colpa di quotazioni eccessive dei terreni all’interno della Doc e delle Docg. Insomma, se acquistare terreni è diventato impossibile, almeno con il decreto regionale sarà più facile piantare vigneti su terreni già di proprietà.

Secondo i calcoli di Terra Casa, agenzia immobiliare di Ponte di Piave specializzata in terreni agricoli, negli ultimi cinque anni il valore dei terreni delle Docg è aumentato del 30%, del 45% quelli nella Doc. Oggi un ettaro di terreno a Conegliano, in zona Doc, costa sui 250 mila euro, a Farra di Soligo sulle Rive (Docg) va dai 500 ai 700 mila euro, a Valdobbiadene in area Cartizze può valere anche un milione e 200 mila euro. «Con lo stato attuale del mercato, il rischio è che solo i grandi gruppi possano permettersi di acquistare i terreni, quindi ben vengano le tutele della Regione nei confronti delle Pmi», spiega Roberto Martinuzzo, titolare di Terra Casa, «secondo le nostre analisi le quotazioni dei terreni continueranno a salire, almeno del 10-15% nei prossimi anni, perché di Prosecco c’è sempre bisogno, e se - come sembra - ogni cittadino dell’Asia inizierà a berne un calice, serviranno sempre più vigneti».

Gli appezzamenti in vendita sono pochissimi, e anche per questo estremamente cari: si registra qualche movimento in zona Doc, con alcune compravendite andate a buon fine in zona Fontanelle (anche qui, però, si tratta di grandi aziende che acquistano l’appezzamento del singolo produttore), mentre nelle Docg di Valdobbiadene e Asolo il mercato è ingessato. «Va detto che le quotazioni dei terreni sembrano un po’ eccessive», spiega ancora Martinuzzo, «arrivare a chiedere certe cifre vuol dire aver creato delle false aspettative sul mercato, e soprattutto ingessare la parte delle compravendite».

Innocente Nardi è il presidente di un Consorzio di Tutela, quello del Conegliano Valdobbiadene, in cui la terra vale davvero come l’oro. «Che ci sia un incremento nel costo dei terreni è confermato», commenta Nardi, «i prezzi però crescono o scendono in funzione della domanda del bene, se c’è un incremento è perché c’è molta domanda sul mercato. Non solo: credo anche che i nostri viticoltori siano attaccati al terreno, e di conseguenza non vogliano vendere, se non a un prezzo davvero molto competitivo. Sulle nostre colline c’è un legame forte con la terra, in molti casi il vigneto lo si acquisisce perché appartiene alla propria famiglia da generazioni, è un rapporto che va ben oltre il mero ragionamento economico».

Nei giorni scorsi Confagricoltura Treviso aveva chiesto che fossero privilegiate le aziende che già possiedono vigneti e trasformano uve, la direzione della Regione è invece quella opposta: «Le aziende di medio-piccole dimensioni garantiscono una gestione attenta delle colture e il rispetto dell’impatto ambientale», ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, «i criteri in vigore sino al 2016, invece, avevano favorito concentrazioni e fenomeni di accaparramento delle autorizzazioni».

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