Treviso: violentata dallo zio, lo confessa al prete

TREVISO. Per anni ha subito in silenzio le violenze dello zio. Fino a quando, stanca di tenere per sé l’incubo vissuto, confessa in una lunga lettera scritta in vista della cresima quanto le è accaduto. Questa finisce nelle mani del parroco che, dopo essersi consultato con il vescovo, ha dato il via alle indagini convincendo la madre a presentare denuncia ai carabinieri. Ieri, in tribunale a Treviso, si è aperto il processo nei confronti dello zio trentenne che, difeso dagli avvocati Alessandro e Pierluigi Riondato, è accusato di violenza sessuale aggravata su minore e rischia una condanna molto pesante. La ragazzina, insieme alla madre, si è invece costituita parte civile con l’avvocato Simone Guglielmin.
I fatti si inseriscono in un arco di tempo che va dal 2006 al 2009, quando la bambina (oggi sedicenne) ha appena nove anni. Questa veniva affidata allo zio, un trentenne trevigiano. E sarebbe stato proprio con quest’uomo che l’allora bambina avrebbe avuto il suo primo rapporto sessuale completo, quando di anni ne aveva appena sei. Abusi che sarebbero poi proseguiti, secondo quanto sostenuto dalla Procura di Treviso rappresentata in aula dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, fino a quando la ragazzina non ha compiuto 9 anni.
L'uomo ha sempre respinto le accuse tanto da decidere di non scegliere alcun rito alternativo per dimostrare la propria innocenza a processo. Gli inquirenti però sono convinti della veridicità del racconto della ragazza, cristallizzato nel corso di un incidente probatorio in cui la giovanissima ha ripercorso gli anni di violenze che sarebbe stata costretta a subire.
Il processo, che è stato celebrato a porte chiuse vista la delicatezza del caso, è iniziato di fronte al collegio dei giudici del Tribunale: in aula sono sfilati i primi testimoni tra cui la madre della vittima (nonché sorella dell'imputato), il parroco da cui è partita l'indagine, una delle maestre con cui si sarebbe in seguito confidata la ragazzina e una sua amichetta. Testimonianze che dovranno essere valutate nel corso del procedimento dai giudici, chiamati a stabilire se il 30enne sia colpevole o meno. In caso di condanna l'uomo rischia una pena pesantissima viste le contestazioni della Procura.
A far scattare la denuncia è stata, forse involontariamente, la stessa ragazzina che aveva raccontato le violenze subite alla vigilia della cresima, in un tema per la preparazione al sacramento. La letterina sarebbe quindi arrivata nelle mani del suo parroco che, dopo essersi confrontato con il vescovo, ha convinto la madre a presentare denunci ai carabinieri. Questi hanno immediatamente dato il via alle indagini e raccolto le prove per contestare al trentenne l’accusa di violenza sessuale aggravata su minore.
Si tratta dell’ennesima vicenda di violenza sessuale che vede l’imputato essere un parente stretto della vittima. La maggior parte delle violenze sessuali su minori infatti avvengono tra le mura domestiche e i casi di questo genere sono sempre in aumento. Il processo è stato rinviato al prossimo mese di aprile, quando anche la parte civile formulerà le sue richieste.
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