Treviso. Tullio Narezzi chiude a febbraio. Si congeda anche Harry& Sons

Senza fine l’emorragiadi negozi in centro storico, l’abbigliamento nel momento più buio. In vicolo Rialto sequenza di botteghe “spente”, in affanno anche via Martiri
PASSERINI AG.FOTOFILM TREVISO IN CITTA', NEGOZI CHE CHIUDONO, IN VICOLO RIALTO
PASSERINI AG.FOTOFILM TREVISO IN CITTA', NEGOZI CHE CHIUDONO, IN VICOLO RIALTO

TREVISO. Saranno gli ultimi saldi, questi, per Tullio Narezzi. Il titolare del negozio di abbigliamento vicolo Rialto chiude l’attività, verosimilmente a fine febbraio.

Un congedo che ha un doppio risvolto, perché oltre alle serrande (e al momento non sembrano esserci chi raccoglie il testimone della boutique) si ritira per meritato riposo, un commerciante che ha alle spalle oltre mezzo secolo di attività ed esperienza nel settore della moda, sin da quando ha cominciato ragazzo («con i pantaloni corti», dice chi lo conosce bene) da Paolo Borsato, per poi proseguire da Mazzoli e infine, negli ultimi 20 anni, aprire in proprio prima in piazza Pola, fino alla scelta di trasferirsi non distante.

E il fatto che non ami dare pubblicità al suo congedo, dopo una vita nel cuore del centro e nel settore, sembra dirla lunga sul momento del commercio dentro le mura.

PASSERINI AG.FOTOFILM TREVISO IN CITTA', NEGOZI CHE CHIUDONO, IN FOTO VIA MARTIRI DELLA LIBERTA'
PASSERINI AG.FOTOFILM TREVISO IN CITTA', NEGOZI CHE CHIUDONO, IN FOTO VIA MARTIRI DELLA LIBERTA'


Che oggi è già una sequenza di vetrine spente, di avvisi e di cellulari per le affittanze. E fa impressione per chi non è più giovanissimo, ripensare ai fasti del vicolo Rialto negli anni ’70 e ’80, autentico salotto della città insieme a via Barbiera, con la celebra lotteria dei commercianti. Sembra preistoria, adesso.

Oggi, - e neanche a farlo apposta sono andate in archivio le festività con l’assalto di trevigiani e turisti al centro- resta la sensazione di un commercio in affanno (eufemismo), soprattutto nell’abbigliamento - ma non solo.

Chiude e liquida anche Harry & Sons, proprio di fronte alla Loggia, a conferma che anche in via Martiri della Libertà, di fatto il decumano della Treviso romana, le certezza si sono scalfite.

E’ la conferma che la congiuntura della città è più complessa di come molti la raccontano. Il boom turistico, indubbio, ha trasformato il centro nel settimo sestiere veneziano, con appartamenti da affittare e un’ondata di nuovi locali ai piani terra. Ma per i negozi si è fatta durissima.

E attenzione, non piú solo nella zone più “colpite”, dalla rivoluzione viaria del Put e dal trasferimento di molti uffici e funzioni: e certa in prima fila ci sono le zone d Madona Granda e di San Nicolò, ma anche alcune strade vicino alle mura.

Sono andate in crisi, in ogni caso, anche le gallerie vecchie e nuove del cuore cittadino, e persino i quadranti compresi fa Duomo, piazza dei Signori e Pescheria mostrano i segni della sofferenza: buchi neri, palazzi disabitati, interni svuotati e vetrine spente.

Un quadro che mette a dura prova anche i commercianti più esperti: «E’ un momento durissimo, forse il peggiore degli ultimi decenni», dice un veterano, «qualche nuova apertura c’è, ma non ricordo di aver mai visto in centro tante vertine vuote». —

A.P.

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