Treviso, riapertura più lontana per l'aeroporto Canova

TREVISO. Sul futuro del Canova si addensano altre nubi fosche. E il sistema Treviso entra ancora in fibrillazione. Dicono che il sindaco Mario Conte stia cercano il presidente di Save, Enrico Marchi, che pure aveva dato recentissime rassicurazioni sulla futura riapertura dello scalo trevigiano. Lunedì i sindacati hanno in programma un’assemblea e non sono esclusi nemmeno sit in davanti allo scalo. AerTre, controllata di Save che gestisce il Canova, ha 200 dipendenti, 500 con gli stagionali. In cig fino a marzo 2021, prorogabile fino a marzo 2022.
Lo stesso mondo politico del capoluogo chiede lumi, e c’è pressing su Save, ma anche sulla controllata AerTre, fra tutela dei dipendenti e sostegno a un indotto andato in crisi, con almeno altri duemila posti di lavoro legati allo scalo lungo la Noalese.
Cos’ è accaduto? La ripartenza di Venezia si sta rivelando più sofferta e faticosa del previsto, anche per l’incertezza che regna in diversi paesi in cui è arrivata la seconda ondata con effetti più rilevanti che nel nostro (Inghilterra, Francia, Usa). E i tempi, ma sarebbe meglio dire la prospettiva, di una riapertura dello scalo trevigiano si allungano, mettendo in serio rischio anche la data sin qui prospettata di primavera 2021.
In attesa dei numeri di settembre, sono stati i dati di agosto pubblicati dal sito Assoaeroporti a far risuonare l’allarme, a San Giuseppe: il Marco Polo ha visto muoversi, dall’1 al 31 agosto, 445.625 mila passeggeri, metà di luglio ( -49,5 sul mese precedente). Ma il 65,6% in meno del corrispondente mese di agosto 2019, prima del Covid.
Come dire che Tessera “viaggia”a un terzo del regime storico. La stessa Save ha ammesso che c’è almeno un mese di ritardo, rispetto ai piani di progressiva ripartenza. E gli analisti fanno notare come almeno un quarto dei passeggeri veneziani di agosto fosse in realtà di voli RyanAir e Wizzair già a Treviso, che la Save ha portato al Marco Polo dopo il lockdown nel quadro di una razionalizzazione dei costi per i drammatici effetti della pandemia sul turismo. Non ripartono i voli a lungo raggio, l’estate è finita e i charter sono un ricordo.
Impensabile pensare che Venezia, con questi livelli di movimentazione, possa ipotizzare di spostare voli su Treviso. In questo quadro suona come una beffa il fatto che ad agosto il Canova sia ufficialmente ripartito per un volo uno, peraltro senza passeggeri, dopo che a luglio Treviso era stato l’unico scalo italiano a restare totalmente inoperoso (ad agosto è toccato invece all’aeroporto di Parma). —
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