Qualità della vita a Treviso: al top i servizi degli anziani, ma delude per giovani e bambini

Indagine del Sole 24Ore:Marca al top per i servizi alle fasce d’età più avanzate. Soffrono, invece, i giovani: l’occupazione c’è, ma non è ritenuta di qualità

Valentina Calzavara

Treviso promossa provincia per gli anziani con un ottimo secondo posto nella classifica d’Italia (sul podio è dietro solo a Bolzano e davanti a Trento). Una promozione a pieni voti che non vale per le altre fasce d’età, in particolare per le nuove generazioni, dove Treviso precipita al 55° posto per i giovani e si ferma solo al 23° quale città per i bambini.

 

Il divario

 

La fotografia, scattata dal Sole 24 Ore, mette in risalto un divario profondo in termini di servizi, prospettive e dunque qualità della vita, tra coloro che hanno più di 65 anni e le fasce di popolazione che vanno da 0 a 14 anni e da 15 a 39 anni.

 

«Attraverso i dati, emerge una Treviso più “amica” degli anziani e meno di giovani e bambini. Questo è quanto ci dice la statistica, ma non dobbiamo soffermarci solo su di essa, perché occorre ragionare sulle priorità e sulle azioni da compiere per rendere la provincia più a misura di persona e di famiglia» commenta Francesco Belletti, sociologo e direttore del Centro internazionale studi famiglia (Cisf).

 

La lettura dei dati

 

«Per gli anziani sono prioritari il rapporto con i servizi e la qualità burocratica delle prestazioni del Comune, per i giovani l’occupazione e la flessibilità dell’impiego; per i bambini sono decisivi i tempi della città per raggiungere scuole, palestre, luoghi di ritrovo» prosegue l’esperto «e poi bisognerebbe introdurre un nuovo parametro per misurare la densità delle relazioni, quale fattore di benessere a tutte le età».

 

Cosa funziona

 

La Marca guida la classifica per spesa sociale destinata alla terza età, oltre a vedere i cittadini con più di 65 anni godere di una ottima speranza di vita (media di 86,5 anni).

 

Relativamente buone sono anche le pensioni medie percepite, che hanno retto meglio all’inflazione.

 

All’altezza delle aspettative è anche l’appropriatezza delle terapie prescritte per tenere a bada le patologie croniche, favorendo così la longevità.

 

Qualche criticità è invece data dalle difficoltà di accesso all’assistenza, sia in termini di posti letto nelle RSA, sia per la scarsità di personale infermieristico nel settore sociosanitario.

 

Cosa funziona meno

 

Un altro fattore negativo è costituito dalla solitudine: un anziano trevigiano su cinque abita senza congiunti e fatica ad avere contatti di prossimità.

 

Elemento enfatizzato dall’analisi del Sole 24 Ore attraverso una serie di elementi collaterali: 52° posto per presenza di biblioteche e 23° posto per possibilità di accedere agli orti urbani.

 

Il professor Belletti si sofferma quindi sull’elemento della qualità di vita:

 

«Nel contesto urbano il benessere è dato da ambiente, qualità dell’aria, presenza di spazi verdi, accessibilità rispetto al traffico automobilistico, opportunità di fruire di spazi fisici di aggregazione. Si tratta di elementi trasversali che valgono indipendentemente dal dato anagrafico».

 

Giovani sfavoriti

 

Sta di fatto che Treviso fatica ad essere una provincia a misura di giovani. Il 55° posto nella classifica nazionale vede la Marca penalizzata da una serie di parametri che spaziano dalla percezione di sicurezza (90° posto), ai canoni di affitto troppo elevati (82° posto).

 

Basso è anche il punteggio attribuito alla vivacità culturale della provincia in termini di programmazione di concerti e spettacoli.

 

Merita un discorso a sé il lavoro, presente in termini di offerta con un mercato occupazionale piuttosto dinamico, anche se l’offerta non sempre incontra la domanda dei ragazzi e ragazze in termini di aspettative.

 

Il posto fisso e il contratto a tempo indeterminato talvolta non bastano a trattenere i neoassunti all’interno delle aziende.

 

Treviso si colloca così al 73° posto per imprenditorialità giovanile (under 35) e al 58° posto per gratificazione della professione svolta, ritardando anche l’età del matrimonio e del primo figlio.

 

Fattori che contribuiscono, poi, all’inverno demografico che caratterizza la Marca così come molte altre province.

Le opportunità

 

Il direttore del Cisf intravede nella dimensione di Treviso un’opportunità:

 

«Il suo essere una città di taglia media la rende più rispondente alle necessità del singolo e amministrativamente più governabile.

 

Ciò favorisce la sinergia tra tutte le forze sociali: la macchina amministrativa per elaborare le politiche, le aziende quali interlocutori, il terzo settore e il volontariato per costruire una rete sociale sempre più efficiente ed efficace a vantaggio dei cittadini di tutte le età».

 

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