Borgia e De Luca, a Treviso FdI sfida alla Lega: «A noi il candidato sindaco 2028»

Stoccata pure a Conte: «La legislatura durerà fino alla scadenza, noi leali ma chiediamo rispetto».  Congresso cittadino al Carlton, oltre 500 iscritti tra i 2.500 della Marca

Il Congresso provinciale di Fratelli d'Italia a Treviso
Il Congresso provinciale di Fratelli d'Italia a Treviso

«Così come abbiamo sognato una premier del nostro partito, ed il sogno è diventato oggi realtà, così oggi sogniamo di candidare noi il sindaco del 2028».

Claudio Borgia non la mette giù piano, aprendo il congresso di Fratelli d’Italia del capoluogo al Carlton: il coordinatore provinciale lancia il guanto alla Lega e agli alleati di centrodestra. Così come ha già messo l’ipoteca sulla candidature a Castelfranco e Conegliano, nel 2026, allunga la lista fino al capoluogo, cuore del feudo leghista.

E in questo orizzonte c’è tutto il peso della sfida alla roccaforte. E non sembra affatto casuale, per il coinvolgimento di Mario Conte nel tormentone delle regionali, la tempistica che sfrutta le frecciate tra Carrocci e meloniani.

Anche nella Marca FdI non pare porsi imiti, se porta l’attacco alla prima poltrona di Ca’ Sugana. Lo fa sulla base della leadership politica dei meloniani (37% alle europee, più del doppio della Lega in città) e sulla forza di un partito che oggi conta 160 amministratori locali, 20 sindaci tesserati, di area, o di prossimo arrivo), e ben 2500 iscritti in provincia, la seconda del Veneto, di cui 500 solo nel capoluogo. Un record.

E ieri la saletta ne ha accolti oltre un centinaio, per incoronare coordinatrice del circolo cittadino Marina Bonotto candidata unitaria, e prima presidente cittadina eletta in un congresso: avrà come vice Luca Cogo, espressione di “Prima i trevigiani”.

Presiedeva l’assise Silvio Giovine, onorevole vicentino, affiancato da Roberto Fava, vicepresidente della Provincia, e da Roberta Garbuio, responsabile organizzativa provinciale, omaggiata da Borgia per la fittissima stagione congressuale dei 68 circoli che sta per terminare nei prossimi giorni.

In sala l’ex senatore leghista Massimo Candura, ora a Roma segretario di Isabella Rauti.

Dopo il guanto di sfida lanciato da Borgia, c’è anche la stoccata del coordinatore regionale Luca De Carlo: «Noi siamo alleati leali, pensiamo che la legislatura di Ca’ Sugana vada avanti fino al termine della legislatura». Con un’evidente allusione alle ambizioni di Conte di essere il candidato alla successione di Zaia alle prossime regionali. Tale è la convinzione che De Carlo prolunga il mandato di un anno, al 2029 (e chiosa, quando glielo fanno notare: «È il segno che gli vogliamo bene, lo vogliamo sindaco un annodi più...»).

Schermaglie? Tutto fa ritenere che sia cominciato uno sprint interno, tutto politico, distinto da quello più strettamente amministrativo, dal congresso di ieri più voci hanno ribadito la lealtà del gruppo consiliare di Fratelli e delle due assessore rispetto alla coalizione.

Dall’assessore Gloria Sernagiotto al coordinatore uscente Gino Balbinot, applauditissimo («Eravamo 4 amici al bar che volevano tenere alta la bandiera della destra, avevamo percentuali infime, oggi lascio un circolo vivo e vivace, anche nel dibattito interno sempre proficuo»), al consigliere comunale Carlo Alberto Correale.

Ma c’è stato chi ha apertamente invocato «rispetto reciproco» come Fabio Crea, big del partito: «Idee e progetti di Fratelli d’Italia devono trovare spazio nell’azione amministrativa della giunta, senza che ci siano effetti della nostra subalternità numerica rispetto alla Lega, così come al governo a Roma si è rispettosi degli alleati che hanno pesi inferiori». 

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