Meno famiglie, e sempre più povere: «La ricchezza non circola con il lavoro»

Aumentano i nuclei con Isee inferiore ai 15 mila euro. L’allarme di Pasqualin (Cgil): «Serve una seria riforma fiscale»

Lorenza Raffaello
Sportelli Caaf cgil
Sportelli Caaf cgil

 

Diminuisce il numero delle famiglie trevigiane e quelle povere sono sempre di più. Una relazione che mette in luce un aspetto preoccupante: quelle che prima erano considerate solo sacche di povertà ora rappresentano una fetta importante della trevigianità.

Oggi oltre 150 mila famiglie della Marca hanno un Isee, cioè una capacità economica complessiva, che non supera i 15 mila euro. A conti fatti, sono circa il 45% del totale.

Il fenomeno

Il dato emerge comparando i numeri del Caaf della Cgil Treviso e i valori dell’Istat e fotografano una situazione allarmante per quanto concerne il livello di capacità economica delle famiglie.

L’indicatore Isee viene calcolato in base a tre valori: il reddito del nucleo familiare; il patrimonio, composto dal numero e il valore degli immobili, dai risparmi e gli investimenti, e dalla composizione familiare. Si tratta di una pratica che le famiglie sono solite compilare perché sulla base dell’indicatore si può accedere a diversi aiuti statali, dal bonus asilo nido, al reddito o assegno di inclusione, dalle borse di studio universitarie, comprese le riduzioni su mense scolastiche o trasporti pubblici fino ai bonus energia, acqua e gas.

Nel trevigiano la pratica viene formalizzata da un’ampia platea di famiglie, anche quelle più benestanti, soprattutto per la possibilità di usufruire delle agevolazioni per le spese e le tasse universitarie o per gli asilo nido, notoriamente delle spine nel fianco per i genitori con più figli.

Osservatorio caaf cgil

Nel 2024 su 30.940 Isee processate al Caaf Cgil di Treviso, 13.836 sono risultate sotto ai 15.000 euro, mentre nei primi nove mesi del 2025 su un totale di 29.780 schede, 12.016 erano al di sotto della fascia dei 15 mila euro e secondo gli addetti ai lavori a fine anno si supererà il valore dell’anno scorso.

«Questo vuole dire da un lato che la ricchezza non viene redistribuita attraverso l’occupazione, ovvero mi riferisco all’aspetto del lavoro povero sempre più presente anche nel nostro territorio, ma anche alla mancanza di una seria riforma fiscale che preveda una patrimoniale per i redditi sopra i 2 milioni di euro quale contributo di solidarietà e direi di civiltà dalle grandi ricchezze», commenta Sara Pasqualin, segretaria generale Cgil Treviso.

«Ricordiamoci che per la popolazione trevigiana con redditi bassi si fa sempre più stringente il tema dell’abitare, ovvero sta diventando sempre più difficile non solo l’acquisto di un’abitazione di proprietà ma anche prendere un immobile in affitto, e l’impatto sociale duro e pesante si farà sentire quando sarà troppo tardi».

«Consigliamo a chi viene al Caaf di richiedere le agevolazioni previste dalle società di servizi pubblici, come ATS e Savno. Certo che bonus e agevolazioni che si rinnovano di anno in anno non rappresentano un cambiamento strutturale verso una società della sostenibilità e dell’inclusione», ha aggiunto Monica Giomo, responsabile Caaf Cgil Treviso. —

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