Treviso, senzatetto passa la notte dentro al bus: emergenza sociale in aumento

La denuncia degli autisti: persone dormono all’interno dei mezzi. L’emergenza abitativa in città si aggrava in vista dell’inverno

Lorenza Raffaello
Dentro al bus per passare la notte
Dentro al bus per passare la notte

Autobus come un hotel per gli ultimi, ora che di notte fa freddo, che i parcheggi sono sorvegliati e la stazione è già piena di altri senzatetto.

La scoperta dell’inquilino abusivo è stata fatta da un autista alle prime luci dell’alba di ieri, quando si apprestava a cominciare il turno di lavoro domenicale all’autostazione di via Lungosile Mattei. Era ancora buio e prima di sedersi sul posto di guida, l’autista ha voltato lo sguardo verso gli ultimi posti della corriere, è stato allora che si è accorto dell’imballo di plastica bianco che il senza fissa dimora stava utilizzando come coperta.

Il dipendente della Mom rendendosi conto della situazione di altissimo disagio sociale in cui versava l’abusivo, ha utilizzato un tono il più possibile rassicurante, e lo ha invitato a scendere dal mezzo. L’uomo, sulla trentina, probabilmente di origine straniera, si è messo in bocca una sigaretta e con lo sguardo basso si è diretto verso l’uscita. L’autista lo ha ammonito, ma poi lo ha lasciato andare.

Il senzatetto però non ha lasciato la stazione. Dopo qualche ora si è ripresentato davanti al mezzo fermo per la pausa, ha forzato la porta ed è entrato. Questa volta però ha utilizzato la corriera non più come giaciglio, ma come servizio igienico. L’uomo ha imbrattato il mezzo e ha lasciato una siringa. L’autista ha fatto denuncia all’azienda.

Resta centrale il tema dell’emergenza sociale a Treviso. I senza fissa dimora si stanno moltiplicando e, se i soggetti privati prendono provvedimenti ricorrendo alla vigilanza, come nel caso del parcheggio Dal Negro, quelli pubblici stentano a trovare un rimedio. In ogni caso non si tratta di soluzioni definitive perché il problema si ripropone.

Poche settimane fa, al multipiano di via Venier per non farsi trovare dai metronotte gli abusivi avevano occupato le scale antincendio, bloccando di fatto le uscite di sicurezza. Per accedere ai servizi di accoglienza della Caritas ci sono liste d’attesa lunghissime e così i richiedenti asilo si ritrovano per strada, passano le giornate in via Zorzetto, ai giardinetti di Sant’Andrea, i più fortunati riescono a lavorare sui campi, senza un contratto che permetta loro di trovare una stanza in affitto e rifarsi una vita. Sempre ai margini, in bilico tra il sentimento di disprezzo e la noncuranza di chi ci passa a fianco». —

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