Park multipiano in piazza Vittoria: tutti i vincoli dettati dalla Soprintendenza

Dalla Soprintendenza molti paletti oltre alle verifiche in atto sul monumento. Simulazioni, analisi della falda e carotaggi profondi 25 metri ancora da fare

Federico De Wolanski
Primi scavi davanti al monumento in piazza Vittoria
Primi scavi davanti al monumento in piazza Vittoria

Una pagina fitta di prescrizioni pre-opera e durante lo scavo; attività e analisi di cui i sondaggi che si stanno attrezzando da lunedì sotto il monumento dei Caduti sono solo una minima parte.

Ecco le richieste fatte dalla Soprintendenza a Ca’ Sugana per la realizzazione dell’interrato in piazza Vittoria.

Il monumento ai raggi x

Partiamo dall’oggi, ovvero gli scavi che si stanno compiendo sotto il monumento. Serviranno a permettere il sondaggio delle fondamenta, ulteriore analisi richiesta dalla Soprintendenza dopo i rilievi radar fatti alla fine dell’anno scorso per capire lo stato di conservazione del complesso statuario e dei blocchi di pietra in superficie.

Questo perché si vuole avere chiaro lo stato di fatto dell’opera (1931) destinata ad essere smontata, traslocata e poi rimontata una volta finito lo scavo dell’interrato. Un’operazione che – va detto – la Soprintendenza non sembra vedere di buon grado.

«Ai fini dell’espressione del parere di competenza, si ritiene che la relazione tecnica allegata al progetto debba esplicitare se siano state valutate alternative progettuali allo smontaggio integrale del monumento» scriveva infatti il soprintendente già nell’ottobre 2023.

I lavori in corso dureranno un mese. Poi arriverà il responso sulla fattibilità del trasloco? Il Comune lo spera, perché sarebbe il passaggio per accendere i motori al cantiere. Ma le richieste della Soprintendenza non riguardano solo i Caduti.

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Pozzi e monitoraggi pre opera

È stata chiesta una mappatura precisa dell’assetto idrogeologico pre-opera da realizzarsi integrando gli studi disponibili, prevedendo un numero minimo di «sei carotaggi spinti fino alla profondità di almeno 25 metri sotto il piano campagna».

Poi la Soprintendenza ha chiesto anche la realizzazione di un modello strutturale del sottosuolo «che dovrà prendere in considerazione tutta l’area interessata dai sondaggi, ovvero almeno dieci volte l’area interessata ai lavori»; e la realizzazione di «prove di pompaggio» dalla falda per mettere alla prova la sua tenuta in caso di forti emungimenti come quelli previsti dal cantiere, e da «realizzati mediante allargamento dei sondaggi già realizzati».

Sono tutte operazioni che la Soprintendenza vuole siano fatte pre-opera, ma il Comune pare intenda avviarle solo una volta assicurata la fattibilità del cantiere. Ed ecco quindi che si torna al nodo del monumento...

Altri monitoraggi in corso d’opera

E non è finita qui. Perché ci sono richieste precise sul da farsi anche una volta avviato il grande scavo in piazza Vittoria, ammesso ci si arrivi mai.

Oltre a volere una «previsione nel breve, medio e lungo termine di eventuali cedimenti e/o alterazione della capacità portante del terreno» al fine di escludere il rischio di danneggiamento agli edifici contigui, la Soprintendenza vuole che a lavori in corso vanga fatto un monitoraggio continuo della piezometria in almeno 6 diverse posizioni esterne all’area interessata dai lavori, e il monitoraggio continuo delle variazioni altimetriche della superficie del suolo «in almeno sei diverse posizioni esterne all’area interessata dai lavori e confronto con i risultati attesi».

I passaggi burocratici e il tar

Ammesso che tutto fili liscio, e che si accenda la luce verde per il progetto, per passare al cantiere la strada è ancora lunga e insidiosa. Va definito e approvato il piano economico finanziario del project financing (oggi prevede una concessione sessantennale), bisogna portare l’accordo in giunta, nelle commissioni e poi in consiglio, bisogna mettere in fila le carte e andare dal notaio.

Quanto? Mesi. Si potrebbe arrivare all’estate per l’avvio delle opere prodromiche al cantiere (come sondaggi e pompaggi della Soprintendenza) sempre ammesso non scatti il ricorso al Tar che alcuni residenti si sarebbero detti pronti ad avviare contro l’opera.

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