A Treviso è impossibile parcheggiare, fra traffico e cantieri

Automobilisti furiosi e viabilità in tilt da diverse mattine per l’assenza di stalli. A fine mese arriva la chiusura di una corsia del Pattinodromo slittata per ritardi

Federico de Wolanski
Uno dei cantieri in città, a Fra’ Giocondo, ha tolto una serie di stalli
Uno dei cantieri in città, a Fra’ Giocondo, ha tolto una serie di stalli

Chiamiamolo overbooking, solo che il Comune non dà risarcimenti a nessuno degli automobilisti che da giorni – soprattutto al mattino – girano la città alla caccia di un parcheggio introvabile.

Gli stalli c’erano, e già non bastavano, ora ce ne sono di meno a causa di cantieri, chiusure, problemi cronici di traffico che si stanno aggravando da anni e negli ultimi mesi hanno messo più volte in crisi una città in cui la mobilità interna è la stessa da anni.

Ieri non c’era il mercato, croce della viabilità ogni martedì e sabato. E non c’era nemmeno la pioggia che basta da sé a mettere ko Treviso paralizzando il traffico sul Put e su tutte le vie afferenti nelle ore di punta.

Quel che c’era erano i cantieri rosica stalli dentro e fuori mura e il freddo, che ha indotto molti a usare l’auto in una città in cui la mobilità pubblica non è vantaggiosa se non in termini di costi, visto che si blocca negli ingorghi tanto quanto la mobilità privata.

«Ho impiegato 40 minuti in città per cercare un parcheggio» scriveva ieri un’automobilista, «arrivo da Roncade, non potevo certo venire a piedi. Situazione ai limiti dell’isteria». E come lei altri pendolari da ogni punto cardinale.

Pieno il Foro Boario, il lungo mura, via Lancieri Novara. Pattinodormo? Nemmeno pensarci, sold out dalle otto e mezza. Occupati i parcheggi bianchi in zona Cacciatori e Stazione, così come quelli in via Dandolo. Libera l’estrema propaggine ovest del parcheggio alla stazione, ma a due euro l’ora... tanto quanto piazza Duomo, quindi usato come estrema ratio.

Ma anche si fosse disposti a pagare meno in città da giorni dopo le 9.30 non c’è nulla disposizione, salvo girare, cercare e sperare nella botta di fortuna. Un cane che si morde la coda in termini di traffico.

E così, sfidando una polizia locale mai attiva come nell’ultimo periodo, in tantissimi in questi giorni stanno lasciando le auto «in quattro frecce», in doppia fila, sui parcheggi carico e scarico o semplicemente lì dove si trovava uno spazio in cui infilarsi per alcuni rischiosi minuti di pirateria. E non perché non si cerchi anche fuori mura, ma perché anche all’esterno gli spazi disponibili ormai sono azzerati.

Zona acquedotto e Sacro Cuore ambitissima e occupatissima; zona tribunale ed Eden inaccessibile dalla chiusura del Miani ad oggi; zona Appiani pure, da quanto anche il silos comunale è stato interdetto.

Stazione? Non ne parliamo, la sosta selvaggia è routine come lo sono ormai i raid dei vigili. Fiera? Il prato è ormai un parcheggio istituzionalizzato e intoccabile, tanto che si autorizzano con il contagocce eventuali eventi per tutelare gli tenti dell’ospedale e ormai non sol quelli.

Il cantiere di viale Battisti ha tolto una sessantina di stalli, quello che sta interessando la Città Giardino un’altra ventina, quello alla Bnl una fila di “carico e scarico” utile in piazza Borsa. E pende ancora la spada di Damocle della riduzione degli stalli al Pattinodromo. Doveva scattare il 7 gennaio ma è slittata a fine mese per ritardi, porterà alla perdita della fila nord dell’area di sosta dopo l’occupazione – in questi giorni – degli stalli a Fra’ Giocondo.

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