Treviso, niente prima classe alle elementari Tommaseo e Pascoli

TREVISO. Il destino era ormai segnato da una settimana, ieri - ultimo giorno utile per la definizione degli organici - è arrivata la conferma. Le elementari Tommaseo e Pascoli non sono riuscite a comporre la classe prima: solo otto alunni erano rimasti in ballo per il plesso al confine fra San Lazzaro e San Zeno, altrettanti si erano iscritti alla scuola di Santa Maria del Rovere. Troppo pochi, considerando che il numero minimo richiesto è di 15 scolari.
Nel caso delle Tommaseo, per di più, si tratta del secondo “buco” consecutivo: Francesca Magnano, preside del Comprensivo Felissent, le ha provate tutte per evitare la cancellazione della classe, contattando direttamente le famiglie dello stradario. Ma non c’è stato nulla da fare.
Due defezioni che seguono peraltro altrettanti passaggi a vuoto registrati a Treviso nel 2019: oltre alle recidive Tommaseo, toccò allora alle Masaccio, che quest’anno, forti di 20 alunni, hanno invece ritrovato la prima. Ma non si possono scordare le tribolazioni con cui altri plessi, vedi Carrer e Giovanni XXIII, hanno dovuto fare i conti nelle ultime settimane: sono riusciti a garantire la prima, ma c’è stato da penare.
ACCORPAMENTI
Le criticità evidenziate sono figlie della denatalità e porteranno giocoforza a un ripensamento della geografia delle scuole del capoluogo
. La strada degli accorpamenti, suggerita ieri sulla Tribuna dal provveditore Barbara Sardella e dal dirigente scolastico Antonio Chiarparin, trova il parere positivo di altri presidi e dello stesso assessore Silvia Nizzetto, che rivela come «un tavolo su questo tema sia già aperto. Stiamo lavorando a una ripianificazione complessiva, ottimizzando gli spazi».
I bene informati indicano marzo come mese cruciale. Ma già qualche ipotesi, sebbene i diretti interessati preferiscano non sbilanciarsi, si potrebbe avanzare. Uno scenario potrebbe coincidere con l’unificazione fra Masaccio e Pascoli.
Un’altra opzione potrebbe suggerire la liaison fra le stesse Masaccio e Fanna. Ipotesi che troverebbero fondamento nel presente e recente passato dei tre istituti. Ma si tratta forse solo di briciole, perché si starebbe ragionando, ad esempio, su un riassetto generale del quadrante Nord Est di Treviso.
In ragione di quel calo demografico, che da tre anni mette in crisi le primarie e, da quest’anno, ha colpito per la prima volta le medie.
Masaccio e Pascoli, seppur appartenenti a Comprensivi diversi, potrebbero individuare una preziosa alleata nella vicinanza geografica.
Le Fanna, che quest’anno hanno dovuto rinunciare a una seconda classe prima per problemi di spazi, sono a un tiro di schioppo dal plesso di via Rota, con cui hanno il vantaggio di condividere il Circolo: lo Stefanini.
RIVOLUZIONE
«Non poter formare una classe prima, oltre che un dispiacere, è anzitutto una sconfitta: significa che mancavano i bambini», riflette Silvia Nizzetto, assessore alle Politiche per la scuola, «Stiamo valutando con i presidi una riorganizzazione dei plessi, ma ogni decisione dovrà essere condivisa, ascoltando le esigenze dei dirigenti scolastici e dei quartieri. Il calo demografico ha avuto un impatto forte, ma oggi spesso la scuola è scelta per moda o in base al lavoro dei genitori.
Non prevale più lo stradario, come succedeva un tempo. Un motivo in più per percorrere la strada inevitabile degli accorpamenti».
Una strada che accoglie con favore Francesca Magnano, preside del Comprensivo Felissent: «È l’unica carta da giocare per garantire un servizio di qualità. Ma ogni decisione dovrà rispettare il parere delle famiglie».
VISIONE STRATEGICA
Le fa eco Luana Scarfì, dirigente del Comprensivo Martini, cui afferiscono le Pascoli: «Le ipotesi sono molteplici, in teoria anche più scuole potrebbero accorparsi. Bisogna mettersi davanti a un tavolo e individuare la soluzione migliore. Serve una visione strategica». Sulla stessa lunghezza d’onda, è Ada Vendrame, preside del Circolo Coletti: «Gli accorpamenti assicurerebbero strumentazioni migliori e una migliore gestione del personale».
Nel mentre, interviene pure la politica. Fabio Crea, candidato alle regionali con Fratelli d’Italia, commenta: «Il calo delle iscrizioni imporrà di ripensare l’intero sistema scolastico, dal corpo docente fino alle strutture troppo piccole e vecchie. Il timore di mettere al mondo i figli deriva dalla precarietà del lavoro, ma il governo sta dimostrando la sua fragilità negli aiuti alle famiglie».
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