Treviso, mura malate gravi. “Droni diserbanti” per eliminare erbacce e radici

TREVISO. Droni per la sicurezza, per scoprire abusi edilizi ma ora anche per lo “sfalcio” delle erbacce che crescono sulle mura e che con le loro radici, nel tempo, creano danni ai mattoni. Ca’ Sugana a breve sperimenterà un nuovo sistema di diserbo che dovrebbe riuscire a coniugare l’attenzione per l’ambiente – dopo il divieto di utilizzare alcuni diserbanti chimici, glifosate in testa – e la salvezza delle mura, minacciate dalle piante che si infilano e crescono appunto tra i mattoni.
Il piano
«Il piano d’azione lo stiamo studiando da tempo con due aziende, manca poco e saremo pronti a sperimentarlo sulle mura», annuncia l’assessore all’Ambiente Alessandro Manera. Il sistema prevede l’utilizzo di droni “vincolati”, ovvero legati a un tubo collegato a un serbatoio, a terra, che contiene il liquido da utilizzare per il diserbo delle mura. Il drone spostandosi in orizzontale, grazie al tubo spruzza il liquido sulle mura, uccidendo erbacce e piante. Il punto di partenza è che le mura, fresche del 500esimo compleanno, richiedono un intervento urgente, perché le piante stanno minando la tenuta dei mattoni in diversi punti.

Radici pericolose
Le radici che crescono negli interstizi li stanno letteralmente staccando, erodendo sempre di più la cinta muraria. Un monumento da salvare. «Però non possiamo utilizzare prodotti chimici in una città ricca di acque come Treviso, ancor più sulle mura che si affacciano direttamente sul Sile», dice Manera. Il rischio di inquinare falde, pozzi o anche semplicemente il fiume è quindi altissimo. I sindaci in effetti hanno la possibilità di derogare alle norme che hanno vietato il diserbo chimico però Manera, come detto, vuole seguire altre strade vista la conformazione della città. Un sistema che però ha dei pro e dei contro: «Essendo un prodotto naturale è meno efficace di quelli chimici, come il glifosate, pertanto dovremmo fare più interventi durante l’anno. Ma procedere solo con il diserbo manuale è comunque costoso, perché ha il costo fisso delle impalcature, che i droni ci eviteranno», precisa Manera. Ora si tratta solo di trovare la formula giusta, visto che probabilmente per le mura serviranno almeno due prodotti diversi: «Crescono piante differenti a seconda dell’orientamento della cinta muraria; quelle che si sviluppano sulle pareti affacciate a nord sono diverse da quelle affacciate a est», aggiunge l’assessore all’Ambiente.
Si parte
Intanto però prima di partire con la sperimentazione del diserbo con i droni, Ca’ Sugana interverrà in modo tradizionale: sono stati stanziati 200 mila euro per il diserbo manuale di tutte le mura. Un’operazione necessaria ad estirpare le radici della piante che si sono infilate nei mattoni, altrimenti il successivo intervento dei droni, ancor più se verrà spruzzato un prodotto naturale, risulterebbe inutile. Estirpate manualmente entro la fine dell’anno le radici più grosse e infilate tra una mattone e l’altro, in primavera si vedranno diversi droni volteggiare sulle mura cinquecentesche, agganciati ai tubi, una sorta di grandi calabroni che spruzzeranno il diserbante naturale. Un primo passo importante, ma bisogna anche trovare i soldi per il restauro. —
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