Medicina Nucleare, a Treviso una nuova macchina evoluta che mappa il corpo umano
LaSpect/Tc Czt fa diagnosi millimetriche con tempi dimezzati e meno radiazioni. Servirà per molte patologie, ma anche per approfondimenti sugli sportivi

Gli strumenti per la diagnostica sono sempre più importanti, in sanità. Man mano che le tecniche chirurgiche guadagnano in mini-invasività, servono macchinari evoluti capaci di mappare il corpo umano in modo millimetrico possibilmente in tempi ridotti.
Alla Cittadella della Salute di Treviso, cioè nella grande sezione ospedaliera che sorge accanto al Ca’ Foncello, è arrivato un sofisticatissimo strumento che risponde a tutti i requisiti.
Si chiama Spect/Tc Czt ed è il macchinario tecnologicamente più moderno, oggi, nel campo della Medicina Nucleare.
Fondamentale per rilevare, e quindi localizzare, lesioni tumorali piccolissime, ma anche per gli approfondimenti necessari, in campo cardiologico, agli sportivi che fanno agonismo.
Il taglio del nastro
Taglio del nastro in grande spolvero, ieri mattina. Accanto al direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, insieme al personale del reparto diretto dalla dottoressa Elisa Milan, al completo, non è voluto mancare il governatore uscente della Regione.
Luca Zaia, che dai tempi del Covid, ha spesso fatto della sanità un suo cavallo di battaglia, ha voluto sottolineare quanto il contributo della sua amministrazione abbia pesato negli investimenti in tecnologia e innovazione. Soprattutto ora che il tema sanità è conteso dai principali antagonisti della Lega e del centrodestra.
«Questa amministrazione ha investito in Veneto 70 milioni di euro in nuove tecnologie. E l’edificio in cui ci troviamo (la Cittadella, ndr) ci è costato 250 milioni di euro» ha detto «nei nostri ospedali abbiamo 60 robots chirurgici, indispensabili per la chirurgia mini-invasiva che dobbiamo anche al cambiamento culturale dei medici chirurghi i quali utilizzano, quando prescritto, queste tecniche meno impattanti sui pazienti. Di questa nuova macchina c’erano in Italia tre esemplari, questo è il quarto».
Le nuove tecniche
Cosa sa fare la nuova Spect in dotazione alla Medicina Nucleare di Treviso? L’apparecchio a tutti gli effetti simile a quelli per la Tac, è costato alle casse della Regione un milione e 536 mila euro, denari ai quali vanno aggiunti 300 mila euro serviti per adattare l’ambiente che lo ospita (schermatura etc): «lavori fatti nella fase di allestimento della Cittadella» ha precisato Benazzi, illustrando le prestazioni del macchinario.
Migliore qualità di immagine, capacità di rilevare lesioni anche molto piccole – 4,5 millimetri a fronte del centimetro con le macchine di precedente generazione – riduzione della dose di radiazioni gamma ionizzanti con beneficio per il paziente, ma anche per gli operatori.
Un altro importante vantaggio riguarda il fatto che l’esame dura la metà del tempo necessario con macchinari simili, ma meno sofisticati.
«Da 3.500 esami effettuati l’anno scorso, arriveremo al raddoppiare» è il pronostico.
L’evoluzione
Considerando che i primi ecografi sono arrivati nel 1960, in pochi decenni l’evoluzione delle tecnologie – pur molto costose – in campo sanitario ha rivoluzionato la medicina e la chirurgia. Secondo Luca Zaia la velocità di esecuzione dell’esame con la nuova Spect/Tc Czt, farà aumentare le prestazioni.
A condizione, va detto, che il personale in forze sia sufficiente. A questo proposito lo stesso Zaia ha precisato che in Veneto, a fronte di 212 concorsi effettuati negli ultimi anni, mancano ancora, per esempio tra i medici, 3.500 professionisti.
il personale
Tutti sanno che in questo campo diagnostico servono anche i tecnici radiologi, oltre agli infermieri. In Medicina Nucleare a Treviso operano 6 medici, compresa la primaria Milan, 8 tecnici e 4 infermieri: sono loro che seguiranno i pazienti. Che tipo di malati? Quelli affetti da tumore che necessitano di diagnosi strumentali molto dettagliate.
I campi più comuni di utilizzo: neuroplasie neuroendocrine, ossee e prostatiche; patologie cardiache e dei malati di diabete. E poi, fondamentale e a larga diffusione, la nuova Spect servirà per le diagnosi di approfondimento sugli sportivi agonisti che hanno sospette insufficienze cardiache e che necessitano di autorizzazione.
«Così evitiamo anche la fuga verso il Don Calabria (ospedale veronese specializzato nella branca, ndr)» ha sottolineato il direttore Benazzi, conti alla mano.
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